E’ corsa agli ultimi preparativi per festeggiare la notte di San Silvestro. Fra cenoni, musica, danze e purtroppo il lancio dei temibili “botti”. Si moltiplicano gli appelli degli animalisti a vietare non solo l’uso ma anche il commercio di materiale pirotecnico, letale per gli animali sia domestici che selvatici.
Scattato il countdown per il nuovo anno, fervono i preparativi per festeggiare l’addio al 2023 ed il benvenuto al 2024 in allegria, chi nell’intimità casalinga con gli amici, in famiglia o con la dolce metà, chi danzando in locali o sotto le stelle con le note del Concertone al Circo Massimo, in tanti col botto. Guardando a naso in sù lo spettacolo mirabiliante dei fuochi d’artificio , sopra i monumenti iconici della Città Eterna, dal Colosseo al Foro Romano, rivestiti di colori e luci scoppiettanti, o accendendo miccette, stelline, razzi e petardi dal proprio balcone o terrazzo.
Uno spettacolo, quello pirotecnico, accusato dagli animalisti di nuocere a tutti gli animali presenti in città, dai cani e gatti domestici ai randagi, a tutte le specie ospitate nel Bioparco di Roma ed all’avifauna.
Da anni il primo cittadino, dalla Raggi a Gualtieri, proprio gli ultimissimi giorni dell’anno emana l’ordinanza che vieta i fuochi pirotecnici nella capitale, al pari di tantissime altre città. In attesa del provvedimento, fioccano gli appelli degli animalisti agli amministratori cittadini di vietare i “botti”, così dannosi per gli animali, l’ambiente ed anche per la salute umana.
Enpa: gli spettacoli pirotecnici sono una guerra contro gli animali
“Abbiamo appreso attraverso i media che una società organizzatrice di eventi nella città di Roma ha in programma per il 31 dicembre una serie di eventi in cui sono previste manifestazioni pirotecniche in diverse località del territorio della Capitale. Tra queste, figura Villa Borghese. – si legge in una nota dell‘Enpa (Ente nazionale Protezione Animali).
Villa Borghese non è solo un polmone verde, ma un prezioso ecosistema per la conservazione della biodiversità, a cominciare dall’avifauna.”. La valenza naturalistica della Villa è riconosciuta dall’Unione Europea, visto che è considerata un “SIC: un Sito di Interesse Comunitario ai sensi della Direttiva europea “Habitat” 42/93 che tutela gli habitat e le specie. I Sic sono aree, quindi, dove le attività di disturbo sono estremamente limitate ed escludono attività del tutto incompatibili (come le manifestazioni pirotecniche) a causa delle improvvise luci e delle fortissime esplosioni: una vera e propria guerra contro gli animali. Infatti, gli animali selvatici in preda alla paura, fuggono disorientati schiantandosi nella notte contro le infrastrutture umane. La conseguenza è una morte dopo lunga agonia, un triste spettacolo che noi cittadini vediamo solo in parte, quando rinveniamo i loro corpi nei marciapiedi. Tutti ricordano quanto è accaduto due anni fa, con l’incredibile strage di storni che per gli irresponsabili, illegittimi, fenomeni pirotecnici, hanno tappezzato con i loro corpi le strade di Roma. A Villa Borghese c’è il Bioparco ma anche il Centro Recupero Fauna Selvatica della LIPU, che ospita un gran numero di selvatici già in precario stato di salute e molto spesso vittima degli spari. Chiediamo dunque il rispetto della direttiva Habitat, della legge 157/92 e ricordiamo le previsioni degli articoli 544 bis e 544 ter del Codice Penale relativi ai maltrattamenti sugli animali.“.
Lipu: serve una proposta di legge
Il decalogo anti-botti dell’Oipa
Anche l’Oipa: Organizzazione internazionale protezione animali ricorda le conseguenze nefaste dello sparo di petardi, per gli amici a quattrozampe: “Non è raro che gli animali, impauriti, scappino dai giardini e dai cortili perdendosi o finendo investiti. Animali più anziani o cardiopatici possono morire d’infarto. E anche la fauna selvatica, uccelli e animali dei parchi e dei boschi, spaventata dal frastuono e dalle improvvise luci si disorienta schiantandosi contro alberi, muri, vetrate, cavi elettrici o finendo sotto le auto. Anche le “lanterne cinesi”, fatte spesso volare in occasione del Capodanno, possono causare il ferimento e la morte di animali. Si sono verificati diversi casi di selvatici e domestici ustionati, strangolati, o morti per emorragia interna dopo aver ingoiato il metallo tagliente dello scheletro delle lanterne. Il loro volo incontrollato è inoltre molto pericoloso in quanto facile innesco di incendi boschivi.”
Ecco dunque il decalogo stilato dall’associazione, pubblicato anche in versione video sul sito https://www.oipa.org/italia/capodanno-il-video-decalogo-per-proteggere-gli-animali-dai-botti/:
- Teniamo gli animali il più lontano possibile dai festeggiamenti e dai luoghi in cui i petardi vengono esplosi
- Non lasciamoli soli, potrebbero avere reazioni incontrollate e ferirsi. Stiamo loro vicini, mostrandoci tranquilli e cercando di distrarli
- Non lasciamoli in giardino. Teniamo in casa o in un luogo protetto gli animali che abitualmente vivono fuori per scongiurare il pericolo di fuga
- Teniamo alto il volume di radio o televisione, chiudendo le finestre e le persiane
- Lasciamo che si rifugino dove preferiscono, anche se si tratta di un luogo che normalmente è loro vietato
- Durante le passeggiate teniamoli al guinzaglio, evitando anche di liberarli nelle aree per gli animali per evitare fughe dettate dalla paura
- Facciamo visitare l’animale da un veterinario comportamentalista affinché valuti la possibilità di una terapia di supporto
- Evitiamo soluzioni fai da te somministrando tranquillanti, alcuni sono addirittura controindicati e fanno aumentare lo stato fobico
- Organizzare una “gita fuori porta” per trascorrere il Capodanno in luoghi lontani dai centri urbani e dai rumori forti e improvvisi
- Chiediamo al nostro Comune un’ordinanza contro i botti e sensibilizziamo l’opinione pubblica su quanto questi inutili rumori possano essere dannosi per gli animali domestici e selvatici
L’Oipa ricorda inoltre, che in occasione dell’arrivo delle temperature gelide, non vi è ancora “nessun posto disponibile per i senzatetto con i loro fedeli cani, offerto da Roma Capitale. E della tensostruttura che l’anno scorso fu allestita dal Campidoglio alla Città dell’altra Economia a Testaccio, in grado di accogliere fino a 70 persone, non vi è ancora traccia.”. L’associazione, che da anni invita i comuni ad allestire strutture per i clochard con i loro compagni a quattrozampe, denuncia che “chiamando la Sala operativa sociale capitolina al numero 800440022 la risposta alla domanda «Dove può ripararsi di notte un senza fissa dimora con cane?» è: «Non abbiamo disponibilità». Chiedendo quando sarà allestita la tensostruttura dedicata, come quella dello scorso anno, la risposta è: «Non lo sappiamo, non abbiamo avuto sinora indicazioni».