Nella Capitale si trova una una delle colonne più misteriose d’Italia. In pochi lo sanno ma questa è la pura verità
Facilissima da trovare, è proprio davanti agli occhi di tutti quanti ma quel dettaglio è davvero incomprensibile ai più. Di grandissimo valore anche per il principio che tramanda ormai da secoli, praticamente è ignorata dalla massa. I caratteri in cui è inciso il messaggio sono incomprensibili ai più, ma il suo significato è quanto mai attuale e ancora oggi utilissimo.
Stiamo perciò parlando di una testimonianza di gratitudine che colpisce dritta al cuore e che dimostra come la gentilezza e la solidarietà non muoiono mai. Esse, invece, sembrano innescare un circolo virtuoso che non finisce mai. Cerchiamo dunque di andare al fondo della questione per capire meglio.
Se pensate, infatti, di aver visto tutto a Roma, allora aspettate di sapere questo. Molti lo ignorano ma esiste un messaggio nascosto molto importante che solo in pochi possono decifrare. Tutti però lo possono leggere se si recano in questo posto, e l’esperienza è praticamente indimenticabile. Voi che cosa aspettate ad andarci?
Il messaggio dal passato: ancora più utile oggi di ieri
Sopravvissuto alla morte, sta lì inciso nella colonna ormai da secoli su cui è impresso in maniera indelebile. Nessuno lo prende mai in considerazione, eppure è l’esempio pratico di quanti molti intellettuali sostengono ancora oggi. E pensate che già nell’antica Roma persone così venivano ringraziate pubblicamente e rese così immortali.
Troppo spesso lo diamo per scontato ma solidarietà e gratitudine sono i migliori mezzi per sconfiggere sentimenti nefasti come l’indifferenza, l’egoismo e l’avidità. Oggi come ieri esistono persone empatiche pronte a donare per aiutare l’altro. Ed è questo quello che è successo anche in passato a Roma. Si tratta di una donazione o un lascito giunto fino a noi e che sicuramente ha cambiato in meglio la vita di qualcuno. Il nome dell’autore del gesto è impresso su questa colonna e non è nemmeno scritto in caratteri tanto piccoli. Se lo volete vedere con i vostri vi basterà andare qui.
Chiamata Chiesa di San Nicola in carcere, appena entrate non fatevi distrarre dal fantastico scenario che vi si apre davanti. Vi basterà, infatti, andare alla seconda colonna a destra. È su questa che troverete una lunga iscrizione con una strana lista così composta: 2 giumente, 5 pecore, 30 porci donati da Anastasius. Siamo negli anni 1000 d.C. e In quel periodo Roma stava attraversando un momento veramente difficoltoso caratterizzato dagli attacchi dei normanni e i conflitti con il Papa Urbano II. In quel periodo i 30 mila abitanti di Roma si aiutavano come potevano: ed è su questa colonna che è stata incisa la gentile donazione del rettore Anastasio.
L’uomo che donò alla Chiesa e ai romani i suddetti animali. Ed è così che è passato alla storia fino ad arrivare ai giorni nostri. Fulgido esempio da seguire, voi che ne pensate? Avreste fatto la stessa cosa? Diventato immortale per questo suo semplice gesto, oggi forse non sapremo molto di lui come persona ma sappiamo quanto fosse grande il suo cuore.