Ancora oggi queste tre parole riecheggiano e tutti coloro che visitano la città lo ammettono: “Roma Caput Mundi”. Ma qual è la loro origine?
La frase “Roma Caput Mundi” è spesso udita e pronunciata con fierezza, eppure la sua origine è avvolta da un mistero che si snoda tra le antiche strade della storia della Capitale. Molti attribuiscono questo titolo alla grandezza politica e militare della città nell’antichità, ma c’è un’anima più enigmatica e fondamentale che risiede nel cuore di questa espressione.
Il punto di partenza di tale storia risale al VI secolo a.C., un’epoca in cui Roma era governata dai re etruschi, da Tarquinio Prisco a Tarquinio il Superbo. Durante questo periodo, iniziarono i lavori di costruzione del tempio di Giove sul Campidoglio. Tuttavia, ciò che scoprirono durante gli scavi rimase impresso nella storia come una rivelazione misteriosa e decisiva. Un teschio umano emerse dal terreno, gettando nello sconcerto gli abili costruttori dell’epoca.
La domanda cruciale che ci si pose fu a chi appartenesse quel cranio. Alcuni suggerirono che potesse essere il residuo di un antico combattente etrusco di nome Vibenna, mentre altri ipotizzarono che fosse legato alla dea Tarpeia. Tuttavia, nessuna risposta definitiva poté essere fornita, e il mistero si aggrappò a questa reliquia oscura.
“Roma Capit Mundi”, qual è l’origine dell’espressione: la profezia del teschio
In mancanza di soluzioni evidenti, gli abitanti dell’antica Roma decisero di rivolgersi agli aruspici, coloro che erano esperti nell’arte divinatoria. Il loro oracolo si rivelò essenziale: questo proclamò che il teschio non apparteneva a un essere umano, ma che si trattava di una profezia. Fu dichiarato che esso era un segno, un presagio, un “caput mundi” – la testa del mondo.
Tale evento segnò l’inizio di un’interpretazione che trascendeva l’umano e toccava le profondità della storia e del destino di Roma. La profezia suggeriva che la Capitale avrebbe dominato il mondo, una visione che si diffuse come un fuoco nel corso dei secoli successivi. La città eterna sarebbe stata destinata ad essere il centro di ogni cosa, a detenere una posizione di preminenza che avrebbe resistito alle prove del tempo.
Quest’ultimo ha dimostrato la veridicità della profezia, poiché Roma si è evoluta in una metropoli che ha lasciato un’impronta indelebile sulla storia dell’umanità. La grandezza dell’Impero Romano ha spaziato dall’Europa all’Africa, dall’Asia al Medio Oriente, stabilendo la città come il fulcro intorno al quale gravitava il potere conosciuto.
La frase “Roma Caput Mundi” si è rivelata un presagio che ha resistito all’usura del tempo. Ancora oggi, la Capitale conserva la sua grandezza, sebbene in forme diverse. I monumenti antichi, i tesori artistici e la cultura avvincente continuano a richiamare visitatori da tutto il mondo. La Città Eterna si erge come una testimonianza tangibile di quella profezia millenaria, confermando la sua posizione nel cuore di tutti coloro che la visitano.
In conclusione, “Roma Caput Mundi” è molto più di una semplice espressione di grandezza politica e militare. È una profezia antica, un presagio che ha plasmato il destino della Capitale e ha contribuito a definire il suo ruolo nel corso della storia. L’antico teschio, sepolto nei secoli passati, continua a gettare la sua ombra sulla città, testimoniando il fatto che Roma, con la sua storia intrisa di grandezza e potenza, rimane il caput mundi.