Roma, gli esperti lanciano l’allarme: “C’è un’emergenza medica”

I casi nella capitale stanno aumentando e, secondo gli esperti, si stanno sottovalutando. Nel Lazio c’è una vera e propria emergenza medica

Ricordate il Covid e le problematiche più o meno clamorose che si sono vissute in quel periodo? Gli aumenti dei casi, il sovraffollamento negli ospedali e nei pronto soccorso e le difficoltà nella gestione dell’emergenza? I medici e gli esperti lanciano un nuovo allarme, che coinvolge la città di Roma ed il Lazio. Nell’ultimo periodo si sono moltiplicati i casi che, secondo quanto riportato, sarebbero stati sottovalutati.

Esiste una vera e propria emergenza nel Lazio. Gli esperti lanciano l’allarme – Roma.Cityrumors.it (Ansa Foto)

Una vera e propria emergenza da affrontare e provare a risolvere in tempi stretti. Che coinvolge l’ambito medico e politico, con un rimbalzo di responsabilità che preoccupa gli esperti. A lanciare l’allarme è l’ex assessore alla Sanità della Regione D’Amato, che tira in ballo la gestione medica di un’emergenza sottovalutata e presa in considerazione soltanto in parte.

A preoccupare gli esperti è l’ondata di morbillo che sta colpendo nella nostra Regione bambini e persone adulte. Senza particolari distinzioni d’età. A preoccupare gli esperti è la sottovalutazione della portata dell’emergenza. E i pochi vaccini che son stati effettuati nell’ultimo periodo. Secondo i dati riportati dall’Istituto Superiore di Sanità, la copertura vaccinale contro questa malattia infettiva è ancora piuttosto bassa nella popolazione. Questa situazione preoccupa i medici e gli esperti. I soggetti più a rischio sono i bambini in età scolare.

I dati che preoccupano gli esperti: il 52% finisce in ospedale

La preoccupazione più grande è legata alle infezioni che potrebbero moltiplicarsi a settembre con il ritorno degli alunni sui banchi di scuola.  I minori non adeguatamente vaccinati avranno maggiori possibilità di contrarre e diffondere l’infezione all’interno delle classi e delle comunità scolastiche. È fondamentale che le autorità sanitarie e le istituzioni educative intervengano tempestivamente per incentivare e facilitare l’accesso ai programmi di immunizzazione in vista dell’imminente riapertura delle scuole. Solo attraverso una copertura vaccinale diffusa e capillare sarà possibile contenere efficacemente la circolazione del patogeno e proteggere i bambini più vulnerabili.

Il pericolo è dettato dai pochi vaccini ai più piccoli – Roma.Cityrumors.it – Ansa Foto

I dati preoccupano: sul totale dei 399 casi finora registrati in tutta Italia, il numero di persone che ha colpito il Lazio è notevole: parliamo di circa il 28%. Tra i contagiati ci sono anziani (sopra i sessanta anni), giovani (intorno ai trenta anni), ma soprattutto bambini: i contagiati hanno cinque o sei anni e in alcuni casi addirittura meno di un anno. Secondo quanto riporta la circolare della Asl sono stati «identificati» diversi focolai, di cui “quattro familiari”. Secondo quanto riportato dal report, il 52% dei casi registrati nella nostra Regione hanno avuto un’evoluzione piuttosto pesante ed hanno portato i pazienti in Ospedale.

D’Amato lancia l’allarme: “Situazione sottovalutata”

Inoltre, è altrettanto cruciale intensificare le campagne di sensibilizzazione rivolte ai genitori, affinché comprendano l’importanza di sottoporre i propri figli alle vaccinazioni raccomandate per legge e per la salute pubblica. Solo attraverso una risposta coordinata e una partecipazione attiva della cittadinanza sarà possibile scongiurare il rischio di potenziali focolai epidemici nelle scuole e nella comunità. “Nel Lazio c’è allerta morbillo. In base ai dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, la nostra regione è la più colpita“, ha ribadito Alessio D’Amato, ex Assessore alla Sanità della Regione Lazio. “Il motivo è l’assenza di una adeguata campagna vaccinale e di informazione. Le conseguenze possono essere molto severe, e bisogna evitare le complicanze”. D’Amato si rivolge al Presidente della Regione e al nuovo Assessore alla Salute. “Rocca recuperi il gap con le altre regioni e metta subito a terra un adeguato piano vaccinale, coinvolgendo medici e pediatri. Con la salute non si scherza. Il Lazio negli anni scorsi è sempre stato in testa a tutte le vaccinazioni pediatriche, ed è grave aver depotenziato quella organizzazione.”

 

 

 

 

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