Lazio, la confessione di un giocatore: “Durante il Covid ho sofferto di depressione”

Uno dei punti di forza della rosa di Maurizio Sarri dichiara: “Ero solo, ho sofferto di ansia e di problemi di depressione. Ma non mi sono abbattuto”

Ha vissuto e superato un momento molto difficile della sua vita. Il Covid lo ha costretto a  misurarsi con le fragilità e le debolezze della vita di tutti i giorni. Lontani dai riflettori, dagli stadi e dall’esaltazione che il mondo del calcio è capace di regalare, i giocatori si confrontano con i problemi della vita quotidiana. E spesso sono costretti ad affrontare situazioni difficili. Come quella raccontata oggi in conferenza stampa a Formello da uno dei “senatori” della rosa biancoceleste.

La confessione di uno dei giocatori della Lazio che ha annunciato di aver sofferto di depressione durante il periodo della pandemia – Roma.Cityrumors.it

La depressione e la solitudine durante il Covid: “Potevo mollare, ma non l’ho fatto”.

Patric è un punto di riferimento importante per Maurizio Sarri, che può contare su di lui per il futuro. Il difensore spagnolo si gode il momento, ma non dimentica i periodi difficili ed ammette di aver avuto a che fare con problemi molto più subdoli di quelli che si vivono in campo. “Venivo da una buona stagione quando siamo entrati in Champions con Inzaghi. Poi ho sofferto tanto con il Covid quando sono rimasto chiuso in casa. Ho avuto problemi di depressione e di ansia, lì ho cominciato a lavorare senza arrendermi. Sarebbe stato più semplice mollare, ma questo non l’ho mai fatto”. Patric ha lottato con tutte le sue forze per superare i momenti difficili. “I difetti si possono migliorare col tempo, ma la mente è la cosa più importante. Da giovane quando hai troppo entusiasmo, troppa energia, puoi sbagliare più facilmente. La testa per me è stata fondamentale, mi sento più maturo. Sono contento di quello che sono riuscito a fare”.

Da oggetto misterioso a punto di riferimento. Da calciatore contestato a idolo della tifoseria. Nel giro di pochi anni la carriera e la vita di Patric è cambiata in modo clamoroso. Il difensore spagnolo, arrivato a Roma l’estate del 2015 dalla seconda squadra del Barcellona, è riuscito a conquistare tutti. Prima i tecnici (per Inzaghi e Sarri è diventato preziosissimo), poi i tifosi e gli addetti ai lavori. Grazie alla grande capacità di adattamento e ad un invidiabile spirito di sacrificio. L’infortunio di Casale gli ha aperto le porte della prima squadra. Ma prima ancora dei problemi fisici accusati dall’ex veronese, il difensore spagnolo si era fatto apprezzare. era stato lanciato titolare contro Celtic, Atalanta e Sassuolo, contribuendo alle tre vittore consecutive della squadra, e dopo la panchina di Rotterdam con il Feyenoord (coincisa con la sconfitta dei biancocelesti), è tornato nuovamente titolare contro la Fiorentina, giocando una gara di grande concentrazione e fermando prima Beltran e poi N’zola.

Patric Gabarron, alla nona stagione con la maglia della Lazio – Roma.Cityrumors.it

Patric ed il rapporto con Sarri: “E’ per lui che sono rimasto”

Da quando è arrivato Maurizio Sarri sulla panchina della Lazio, Patric si è trasformato in un titolare aggiunto: ” La mia crescita è stata favorita dal modo di vedere il calcio del mister, sono cresciuto in una cantera che costruiva dal basso. Lui è uno dei motivi per cui sono voluto rimanere a Roma e quindi speriamo di vincere ancora”. Il tecnico è stato fondamentale per la sua esplosione. Ma il difensore spagnolo ha lavorato tanti per imporsi. Con la maglia della Lazio Patric sta giocando la sua nona stagione e sta per raggiungere le 200 presenze con la maglia biancoceleste (domani a Bologna toccherà i 188 gettoni). “Mi sento fiero di questo, da bambino sono diventato uomo. Provo tante emozioni per questa maglia e per questa città. Sono fiero, al di là di eventi positivi e negativo. Mi sento un laziale in più e felice di raggiungere certi numeri”.

Con la Lazio ha giocato da terzino, da centrale difensivo e da esterno a tutta fascia: “Da giovane giocavo da mediano e poi mi hanno spostato sull’esterno. Dal nulla ci siamo trovati a giocare nel 3-5-2, non sono per niente un esterno destro. Poi è vero che piano piano mi ha messo nella difesa a tre con Inzaghi e mi sentivo meglio”. Rispetto allo scorso anno è partito Milinkovic Savic, ma sono arrivati numerosi giocatori, che si stanno ritagliando uno spazio: “Li vedo molto bene. Sono arrivati giocatori con tante presenze, giocatori maturi. Ci sta che qualcuno ci metta qualche mese a prendere il ritmo del calcio italiano. Sono ragazzi che soprattutto sono sempre concentrati durante gli allenamenti. Piano piano stanno prendendo la mano, chiedono sempre per poter imparare”.

La gara contro il Bologna e il rigore di Immobile

La sfida di Bologna arriva in un momento molto delicato della stagione. Con la vittoria contro la Fiorentina, la Lazio è tornata ad un passo dalla zona Champions. Gli uomini di Thiago Motta sono stati protagonisti di un ottimo inizio di stagione: “Sono una squadra molto organizzata, stanno prendendo pochi gol. Avanti hanno giocatori forti, da Orsolini a Zirkzee. Questa squadra da quando ha Motta ha una grande identità e sta facendo delle grandissime cose”. I biancocelesti stanno cercando di riscattare un inizio di stagione negativo. Le due sconfitte contro Lecce e Genoa nelle prime due giornate, si sono fatte sentire. “Ancora ci domandiamo perché abbiamo avuto questo inizio di stagione. L’importante è la prestazione, anche se il risultato a volte non è stato buono. La colpa è nelle prime due gare, da Feyenoord invece dobbiamo imparare tanto. Non ci possiamo rilassare mai. Togliendo le prime due, penso che abbiamo preso la strada giusta”.

Il rigore di Immobile contro la Fiorentina

L’immagine che ha fatto il giro del web. Patric che non guarda il rigore di Immobile contro la Fiorentina – Roma.Cityrumors.it

L’immagine di Patric che non guarda il rigore di Immobile contro la Fiorentina, ma cerca di capire attraverso la reazione della tribuna cosa sia accaduto in campo, ha fatto il giro del mondo. “Io sono uno molto passionale, certe volte faccio cose che non mi appartengono. Quando mi rivedo mi vergogno anche. Quindi non lo so perché l’ho fatto, ma è stata una reazione spontanea. È stato bellissimo vedere la gente esplodere al momento del gol”. Chiusura dedicata alla nazionale spagnola, che non ha mai preso in considerazione nè lui, nè Luis Alberto, cresciuto in modo esponenziale nella capitale: “Si dice sempre che il calcio italiano è molto diverso da quello italiano, ma non è vero. Guardano di meno i calciatori che giocano qui e pensano di più quelli in Spagna.

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