La Lazio paga sessanta secondi di follia: il Lecce vince in rimonta

Biancocelesti ko in Salento. Non basta il gol di Immobile (che prende una traversa). Nel finale Almqvist e Di Francesco regalano il successo a D’Aversa

La maledizione di Lecce si abbatte nuovamente sulla Lazio. Tre anni fa, la squadra allora allenata da Inzaghi, chiuse il primo tempo avanti 1-0 (rete di Caicedo) contro i salentini (guidati da Liverani) e perse 2-1. La scorsa stagione i biancocelesti sbloccarono il risultato con Immobile, ma poi si fecero riprendere e superare dai giallorossi nella ripresa. Anche quest’anno la storia non è cambiata. La Lazio cicca l’esordio, perdendo a Lecce 2-1. I biancocelesti chiudono in vantaggio la prima frazione (solito gol di Immobile), ma nel finale si fanno prima riprendere e poi superare nel giro di sessanta secondi dai gol di Almqvist e Di Francesco.

Isaksen chiuso dai difensori del Lecce – Roma.Cityrumors.it- Foto LaPresse

Esordio amaro per la Lazio, che era in vantaggio fino a cinque minuti dallo scadere e che pochi istanti prima del momentaneo pareggio giallorosso aveva colpito una clamorosa traversa con Immobile. Una doccia fredda inaspettata, ma arrivata dopo una ripresa nella quale gli uomini di Sarri avevano perso equilibri e certezze in mezzo al campo. Il doppio cambio ad inizio del secondo tempo (Isaksen e Vecino per Anderson e Kamada) non ha influito. Anzi…Da quando il brasiliano ha lasciato il terreno di gioco, i salentini ne hanno approfittato, attaccando prima con Banda, poi con Gallo e Di Francesco, cambi decisivi studiati da D’Aversa.

Immobile da leggenda: ancora un centro all’esordio

Ad inizio partita il Lecce parte forte. Dopo un contropiede orchestrato da Luis Alberto, ma chiuso con un passaggio sbagliato per Immobile, è il Lecce a creare la prima occasione con Strefezza, che calcia dal limite dell’area, sfiorando il palo. Passa un minuto e Banda, si accentra da sinistra e calcia centrale, trovando la risposta di Provedel. I padroni di casa spingono sull’acceleratore e nel primo quarto d’ora mettono spesso in difficoltà la difesa biancoceleste con continui cambi di gioco. La Lazio, sorniona, si difende e piano piano inizia a salire di tono: Felipe Anderson e Zaccagni si accentrano continuamente, Kamada ci mette impegno (tanto) e idee (poche), ma è Luis Alberto a salire in cattedra. Lo spagnolo diventa padrone del centrocampo e inventa al 26′ la giocata che porta al gol Ciro Immobile. La premiata ditta del gol biancoceleste, confeziona una giocata spettacolare, che porta il centravanti a segnare in spaccata la rete dell’1-0.

Ciro Immobile esulta dopo il gol del vantaggio segnato a Lecce – Roma.Cityrumors.it- Giovanni Evangelista/LaPresse

Come ha sempre fatto dall’estate del 2016, quando sbarcò nella capitale, Immobile bagna la prima giornata di campionato con un gol. Una rete che permette ai biancocelesti di sbloccare il risultato e di amministrare con scioltezza il gioco. Ad un minuto dall’intervallo gli uomini di Sarri gettano alle ortiche la palla del 2-0: Immobile veste i panni dell’assist man e inventa una palla nello spazio per Lazzari, che davanti a Falcone si ingolosisce e piuttosto che cercare l’assist per Zaccagni (solo al centro dell’area), calcia addosso al portiere del Lecce.

La ripresa inizia senza cambi e con lo stesso spartito del primo tempo: gli uomini di D’Aversa partono forte e dopo un minuto sfiorano il pari con Ramadani, che calcia alto dopo un assist di Banda. Poi è il turno di Strefezza, che calcia centrale da buona posizione. Il Lecce attacca, ma si scopre: Immobile in ripartenza serve Felipe Anderson che davanti a Falcone spreca la più facile delle occasioni. E’ l’ultima giocata del brasiliano, che viene richiamato in panchina insieme a Kamada: al loro posto Isaksen e Vecino. L’attaccante danese si mette subito in evidenza con un paio di giocate di livello, non riuscendo però a sfondare. D’Aversa inserisce Kaba e Blin per Rafia e Gendrey. I padroni di casa spingono: prima Strefezza si fa murare da Romagnoli, poi Ramadani calcia potente, ma centrale, trovando Provedel. La Lazio sembra in difficoltà. I centrocampisti (Luis Alberto su tutti) perdono troppi palloni e la difesa è costretta a fare gli straordinari. Sarri corre ai ripari ed inserisce Pellegrini e Pedro per Lazzari e Zaccagni.

Sessanta secondi di follia pagati a caro prezzo

Il Lecce spinge, la Lazio si difende e sfrutta la sua grande qualità per creare occasioni: Pedro si inventa una giocata da campione per Immobile, che calcia a colpo sicuro da pochi passi, Falcone con i piedi, devia sulla traversa. Dal possibile raddoppio della Lazio, arriva il tracollo: nel giro di due minuti il Lecce ribalta la partita: prima arriva il pareggio del Lecce con Almqvist, che ha il tempo di stoppare e piazzare il sinistro dal limite dell’area, beffando Provedel. Poi, sessanta secondi dopo, Di Francesco raddoppia, inserendosi dal dischetto del rigore e beffando una difesa colpevolmente ferma. Sarri inserisce Castellanos per Cataldi e chiude con quattro punte, ma non basta. Il Lecce porta a casa la vittoria. Ai biancocelesti, che pagano sessanta secondi di block out, restano i rimpianti.

Sarri: “Non cresciamo mai”

Al termine della gara il tecnico della Lazio Maurizio Sarri è molto critico nei confronti dell’atteggiamento della sua squadra. “La spiegazione che mi do è la stessa dello scorso anno, con la stessa partita giocata. Non cresciamo mai. Nel secondo tempo sembrava l’avessimo messa facile. Nella ripresa hanno giocato solo loro tranne per qualche occasione nostra. Valutiamo, se questi errori si ripetono è problematico”. Sotto accusa l’atteggiamento di centrocampo e attacco.“Nel secondo tempo i difensori sono andati in difficoltà perché la fase difensiva l’hanno fatta solo loro. Gli altri 6 no. Non è accettabile questo. Poi si può anche perdere, ma l’atteggiamento visto nel secondo tempo non è accettabile. Se sono soddisfatto della rosa lunga? Ce lo dirà il tempo, d’estate i giocatori sono tutti forti. Poi quando cominciano le partite qualcuno è forte davvero, altri no. I prossimi mesi ci diranno se i giocatori che abbiamo sono numericamente e qualitativamente di livello”.

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