Il venerdì nero dei trasporti: proclamato lo sciopero dei mezzi pubblici a Roma

Durerà quattro ore e rischia di mandare in tilt i trasporti nella capitale: ecco quando andrà in scena a Roma

I romani si troveranno di fronte ad un vero e proprio venerdì nero per i trasporti. E’ stato infatti annunciato uno sciopero dei mezzi pubblici, che porterà (come da tradizione) ad inevitabili problemi e disagi dal punto di vista dei trasporti. Lo sciopero è stato proclamato dall’Ubs e andrà in scena nella mattinata di venerdì.

Proclamato per venerdì prossimo lo sciopero dei mezzi pubblici. Metro e bus si fermeranno la mattina per quattro ore. Inevitabili i disagi – Roma.Cityrumors.it

Matteo Salvini ha firmato la precettazione per lo sciopero del trasporto pubblico locale programmato venerdì 29 settembre. La mobilitazione, proclamata per 24 ore, sarà solo di 4. Così una nota del Mit. La mobilitazione andrà in scena dalle 9.30 alle 13.30. Lo ha fatto sapere il ministero dei Trasporti, che ha così ridimensionato la durata dello sciopero, proclamato dai sindacati.

Matteo Salvini, vice Premier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha spiegato: “Siccome il governo sta preparando una legge di bilancio che metterà dei miliardi di euro per aumentare stipendi e pensioni di lavoratori e pensionati, non potevo accettare da ministro dei Trasporti che il prossimo venerdì milioni di lavoratori e di studenti rimanessero a piedi tutto il giorno e tutta la sera. Quindi, ho ritenuto doveroso intervenire per ridurre a solo 4 le ore di sciopero, garantendo l’accesso agli uffici, alle fabbriche, alle scuole in entrata e in uscita, perché i diritti dei lavoratori vengono prima di tutto e di tutti”, ha specificato Salvini in un video.

Roma, i problemi a bus, metro e taxi

La speranza è che i disagi, per chi dovrà spostarsi coi mezzi, siano minori rispetto all’ultimo sciopero del 21 settembre, che mise in ginocchio la città, con stazioni delle metropolitane chiuse, lunghe attese ai capolinea degli autobus ed enormi difficoltà nel riuscire a prendere i taxi, a causa delle file chilometriche che hanno coinvolto turisti e romani. I problemi principali si sono verificati alla stazione Termini, dove si sono registrate code a non finire, con numerosi turisti impossibilitati a prendere le vetture bianche.

Lo sciopero di venerdì rischia di creare ulteriori problemi e disagi a tutte le persone che dovranno muoversi con i mezzi pubblici sul territorio laziale e romano. Hanno infatti aderito  i lavoratori di AtacCotralRoma Tpl nonché quelli delle linee che Atac gestisce in subappalto.

Sciopero, il comunicato dei sindacati

Lo sciopero è stato proclamato dall’Ubs, che in un lungo comunicato rivendica la centralità dei servizi pubblici essenziali e chiede “il superamento dei penalizzanti salari d’ingresso garantendo l’applicazione contrattuale di primo e secondo livello ai neo assunti; salario minimo per legge a 10 euro l’ora contro la pratica dei contratti atipici e precariato; sono oramai decenni che quella degli Autoferrotranvieri è una categoria costretta a districarsi tra salari irrisori ed inquadramenti di ingresso che partono  da poco più di 6 euro l’ora. Un lavoro dal quale oramai si “fugge” quale evidente indisponibilità dei Lavoratori di sottostare a determinate condizioni senza il giusto riconoscimento del valore della loro mansione”.

Metro e bus si fermeranno per quattro ore dalle 9.30 alle 13.30, con inevitabili ripercussioni alla mobilità e ai trasporti – Roma.Cityrumors.it

Il sindacato si schiera dalla parte dei ferrotranvieri e chiede una “legge necessaria  sul salario minimo che possa restituire ai Lavoratori quella dignità del lavoro costantemente calpestata da associazioni datoriali e sindacati conniventi, sotto la silente complicità di un governo interessato unicamente a riforme e politiche di sistema a tutto vantaggio di imprese e ceti parassitari, tra taglio delle politiche sociali, compressione dei salari e precarietà su cui da oltre 30 anni si basa la struttura economica italiana. È invece necessario reintrodurre uno strumento economico automatico che compensi l’aumento del costo della vita, la diminuzione del potere d’acquisto dei salari”.

La richiesta riguarda anche il tema della sicurezza. “L’Unione Sindacale di Base, è impegnata, insieme alle altre forze che compongono il comitato nella raccolta firme per la legge di iniziativa popolare che introduce il reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro nel codice penale; una norma che alla luce di quanto avviene nel Paese ci appare sempre più necessaria. Siamo convinti, infatti, che possa avere un effetto pratico di deterrenza immediato, ponendo finalmente un freno a chi taglia risorse sulle misure a tutela di salute e sicurezza”. I numeri in questo senso sono piuttosto eloquenti: ecco i decessi per regione. Numeri che, secondo l’Usb, sono destinati a salire: Lombardia 116; Campania 86; Veneto 74; Piemonte 59, Lazio 56; Sicilia 55; Puglia 50; Emilia Romagna 48; Abruzzo 46; Toscana44; Calabria 43; Marche 33; Friuli Venezia Giulia 25; Sardegna 21; Umbria 19; Liguria 17; Alto Adige, Basilicata 11; Trentino 9; Estero 6; Molise 5; Valle d’Aosta 4.

La guerra in Ucraina e le spese militari

La richiesta riguarda anche il blocco delle spese militari e degli invii delle armi in Ucraina Viene chiesto che i fondi vengano invece inoltrati altrove: “Oltre alle condizioni di aumento generalizzato dei prezzi, all’inflazione e alle politiche di austerità a lungo termine che hanno ridotto tutte le spese legate ai bisogni popolari e agli standard di vita dei lavoratori (in un’epoca in cui tutte le richieste dei lavoratori per l’istruzione, la salute, la sicurezza sociale e condizioni di vita dignitose) vengono respinte dai governi con il pretesto della mancanza di risorse nonostante l’ulteriore provocatorio aumento delle spese militari. Dobbiamo fermare questa guerra!

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