Bebè e campanelli d’allarme autismo: cosa osservare e cosa fare

Quando si diventa genitori si diviene anche grandi osservatori del proprio figlio. Fa le cose giuste nel tempo giusto? E gli altri bambini? Non si gira quando lo chiamo, ma il pediatra mi ha detto di non preoccuparmi, sarà così?

Le ansie che vivono alcuni genitori sono effettivamente importanti, soprattutto in quei casi in cui si inizia a notare “qualcosa che non va” come dovrebbe nel bambino. Molte volte se ne parla in famiglia, ma si viene scambiati per ansiosi irragionevoli,  bisognosi di cure e non come dei genitori che sono ovviamente ansiosi, ma perché notano qualcosa che non li convince nel loro piccolo.  Talvolta capita che queste accuse di ansia vengano mosse anche da altri che dovrebbero aiutarci a capire la situazione.

È molto importante riuscire ad intervenire precocemente, ma senza fretta di dare diagnosi, quando si nota una traiettoria evolutiva “sospetta”, che ci ha messo in allarme.

Cosa bisogna notare nei neonati, nei bebè, per cogliere i campanelli di allarme dell’autismo?

È molto importante, quando vi sono dei dubbi, iniziare da un’anamnesi curata e dettagliata: la genetica ha un peso specifico nella neurodiversità! Bisogna ricordare che avere un fratello/sorella autistico comporta dal 25% al 33% di possibilità per il nuovo nato di rientrare nell’autismo.

Inoltre la ricerca scientifica evidenzia anche quanto le esperienze di dolore (pre o post natale) possano incidere in quello che potremmo definire “il cocktail dell’autismo”, in cui è necessario che vi siano più ingredienti.

Cosa notare nei neonati a rischio autismo?

Oltre a svolgere una buona anamnesi, è importante osservare la corporeità del piccolo (troppo rigido, o al contrario ipotonico?), che utilizzo fa dello sguardo e del contatto visivo.

Mi è capitato di imbattermi in piccolissimi che in maniera attiva evitavano di incontrare lo sguardo dell’altro familiare, provocandone frustrazione e sconforto.

È importante anche notare se il piccolo si offre in una serie di giochi come il cucù oppure il farsi mordicchiare delle parti del corpo, queste ultime sono interazioni giocose tipiche dei primi mesi di vita. Pertanto quando ci arrivano dei bambini piccoli, di pochi mesi è estremamente importante notare che interazioni di gioco riescono a stabilire con gli adulti di riferimento.

Uno sguardo importante va dedicato alle gestualità del piccolo: che gesti usa? Usa gesti adeguati alle situazioni? Riesce ad imitare chi gli sta intorno?

I comportamenti da verificare, qualora vi dovessero essere dei dubbi oppure vi siano fratelli/sorelle autistici, sono svariati e vale la pena rivolgersi ad un professionista. Quelli accennati sono solo una parte!  è sempre bene tenere presente che sono differenti gli aspetti che devono risultare compromessi per attivare in noi i campanelli di allarme in quanto i bambini hanno traiettorie di sviluppo completamente differenti tra loro: c’è chi sarà precoce, chi sarà più lento, chi sarà “nella norma”.

Per avere maggiori informazioni sulla valutazione ed il trattamento dei bebè, potete contattarmi al 320-3161748 oppure scrivendo a info@oisma.it o visitando la sezione bebè OISMA cliccando qui o sul sito www.diagnosi-autismo.it.

Dott.ssa Rosaria Ferrara

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Dott.ssa Rosaria Ferrara – Psicologa a Roma
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