Le città sono piene di monopattini elettrici ovunque, viene da chiedersi quanto incida questo in termini ambientali anche per Roma.
Dopo le ultime restrizioni molti mezzi di questo tipo sono stati tagliati fuori, il Codice della Strada è diventato più restrittivo e in generale in città sono ormai attivi solo Lime, Dott e Bird. I mezzi quindi complessivamente sono passati da 14 mila a 9 mila. Eppure, i dati parlano di un aumento continuo della mobilità di questo tipo.
Secondo il Rapporto sulla sharing mobility infatti è un fenomeno in crescita, questa tendenza a noleggiare i mezzi per strada piace alle persone al punto che si è avuto un vero e proprio picco con l’83% di noleggio in un solo mese.
Monopattini: quanto inquinano veramente
Non è importante però capire solo come questi possano aiutare l’ambiente quindi andando a ridurre l’inquinamento tipico di vetture e altri mezzi ma che tipo di impatto abbiano oggettivamente sulle città quindi al netto di ogni pro quali siano i contro. Uno studio dell’Università del Nord Carolina ha messo in evidenza come, durante il suo ciclo di vita, un monopattino sia in grado di determinare 202 grammi di Co2. Secondo altre analisi però la loro incidenza in termini di gas serra è molto importante, il loro utilizzo solo a Parigi stima 13 mila tonnellate in più.
Vengono venduti, insieme alle biciclette elettriche, come fenomeno del momento, come se potessero eliminare ogni problema. Sicuramente rispetto ad un classico mezzo hanno un impatto nettamente ridotto che però non è nullo. Sicuramente quelli di ultima generazione sono migliori ma in realtà la chiave resta sempre quella del trasporto pubblico. Basti pensare che un monopattino emette una quantità tale da essere sei volte maggiore, per lo stesso tratto, ad una metropolitana che trasporta però centinaia di persone. I maggiori produttori di gas serra nella filiera sono sicuramente i produttori quindi è lì che inizia il tutto. Le batterie non inquinano come le auto ma hanno un quantitativo di carbonio non da poco, il telaio è in alluminio e tutto questo causa delle emissioni da non sottovalutare affatto.
Senza contare poi che molti finiscono nei cassonetti, in acqua o in posti dove poi sono inutilizzabili e questo quindi deve attivare il ciclo della gestione successiva, cosa che rappresenta una grande perdita in termini di risorse economiche. I metalli come nichel, piombo, mercurio sono molto pericolosi per l’ambiente. Non si hanno certezze nemmeno sulle custodie delle batterie che dovrebbero essere impermeabili ma di cui ad oggi non ci sono certezze. Complessivamente dunque, secondo i dati attuali, i ricavi sono destinati a crescere ma solo se le aziende si impegneranno di più potrà essere anche un bene per l’ambiente.