Rifiuti Roma: è caos. Abruzzo, D’Alfonso: “Ok a collaborazione, ma serve chiarezza”

È stato un inizio anno da brividi per la città di Roma investita da una nuova emergenza rifiuti. Un situazione delicata con gli attori chiamati in causa, in primis il Comune capitolino, che ancora non riescono a trovare una quadra per sanare la problematica. Ma andiamo con ordine.

CAOS RIFIUTI
A festività ormai concluse, motivo del contendere è stato il mancato avvio dei carichi dalla Città Eterna all’Emilia Romagna, dopo l’ok incassato dalla Regione guidata da Stefano Bonaccini su richiesta dell’Ama. Lo stop è arrivato dalla giunta del sindaco Virginia Raggi perché “troppo alti i costi di gestione” come ha fatto sapere il presidente della commissione Ambiente Daniele Diaco (M5S): «Portare i rifiuti di Roma in Regione Emilia-Romagna costa molto di più, oltre 180 euro a tonnellata. Per questo, e non per ragioni politiche, ancora nessun camion è partito da Roma per gli impianti emiliano-romagnoli».

Da qui un susseguirsi di polemiche: Campidoglio contro la Regione, Pd contro 5Stelle, Assessori che si sparlano addosso l’uno con l’altro, l’imbarazzo del Questore di Roma e quello del Ministro all’Ambiente Gian Luca Galletti che ha rispedito al Comune di Roma le accuse lanciate dall’assessore pentastellato Pinuccia Montanari, la quale con un post su Facebook aveva parlato di presunte “speculazioni” politiche ed economiche sulla crisi dello smaltimento dei rifiuti della Capitale: «La mia disponibilità – ha detto il Ministro – a cercare una soluzione non è mai mancata: ma se il ragionamento di partenza è dare un colore politico ai rifiuti si rischia grosso».

 

ABRUZZO IN AIUTO
Il nuovo piano emergenziale stavolta prevede che sia l’Abruzzo a correre in soccorso del Lazio. «Ci auguriamo che l’Abruzzo dia il via libera alla richiesta di accogliere rifiuti in impianti di Trattamento Meccanico Biologico – ha detto Montanari – si tratta di una richiesta presentata da Ama alla Regione Lazio lo scorso 22 ottobre ma che Zingaretti ha sbloccato soltanto dopo un mese per un “mancato” funzionamento del sistema informatico».

La Regione Abruzzo, dal canto suo, per bocca del presidente, Luciano D’Alfonso fa sapere che le porte possono essere aperte a patto che Roma faccia “conoscere i termini della questione”:

«Noi vogliamo un curriculum sui termini dell’emergenza rifiuti, sui tempi, sulle quantità e su quello che stanno facendo per riorganizzarsi rispetto a questo dramma. Noi come Regione Abruzzo abbiamo già dato prova di solidarietà attraverso impianti in capacità di funzionamento presso la Marsica. Noi abbiamo una capacità ulteriore di trattare l’indifferenziato che va molto oltre il nostro fabbisogno e questo lo mettiamo a disposizione dell’Italia, però a certe condizioni: intanto che emerga qual è la loro capacità di riorganizzazione e di superare in un breve lasso di tempo la loro emergenza».

Il presidente ha quindi aggiunto di aspettare «un contatto istituzionale come si fa nella civiltà del diritto e delle istituzioni. Ho ribadito che non siamo insensibili perché Roma è Roma, però, vogliamo essere sicuri che questa vicenda non duri all’infinito».

(GT)

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