La città eterna e i suoi spazi, così come sono percepiti dagli uomini e dalle donne residenti nei vari municipi, che ogni giorno l’attraversano soprattutto in automobile e con i mezzi pubblici. Sottopassaggi, stazioni ferroviarie e della metro sono considerati i luoghi più pericolosi, soprattutto dalle donne e di notte.
Questi i risultati dell’indagine “Spatium Urbis” sulla percezione della città, promossa dalla Commissione capitolina Pari Opportunità, in collaborazione con Università La Sapienza di Roma. pubblicati a fine novembre. Lo studio, che ha interpellato circa 4000 persone, ottenendo 4304 risposte, di cui 2592 complete per tutte le domande, è stato curato da Alice Fischetti ed Elisa Leoni con la supervisione della professoressa Nocenzi.
Le donne hanno più paura a spostarsi
La maggioranza degli intervistati (68,9%) percepisce la città come insicura di giorno, soprattutto il gentil sesso (71,7%) e le persone con identità “altra” (100%), mentre tale percezione cala fra gli uomini (63,5%).
Le più pericolose risultano in particolare le periferie e le aree residenziali più lontane dai servizi pubblici (trasporti, scuole, sedi forze dell’ordine), con picchi che superano l’80% delle risposte per il Municipio VI o di poco inferiori per il Municipio IV (77,3%) e il Municipio IX (77,2). Le percentuali scendono in riferimento al Municipio I (63,7%) e al Municipio II (63,3%) che presentano caratteristiche abitative e infrastrutturali migliori dal punto di vista della garanzia di sicurezza.
Di notte la metropoli naturalmente incute ancor più paura, considerando il 91,4% delle risposte. In particolare sono il 94% delle donne e l’86,3% degli uomini a rivelare un’insicurezza negli spostamenti notturni.
Come prevedibile, sono le periferie ad incutere maggior timore: il 95% delle risposte che attestano questa insicurezza indica il IV ed il VI Municipio, ma anche l’XI, il V e il XIV, confermando come le aree periferiche, quelle non omogeneamente servite da trasporti e sicurezza pubblica e ospitanti aree di svago notturno (ad es. il Pigneto nel V Municipio) riservino condizioni non favorevoli all’uso degli spazi nelle ore della notte.
I sottopassaggi e le stazioni del treno e della metro fanno più paura
A far più paura di giorno alle 1785 persone che hanno riferito una percezione di insicurezza e pericolo, sono i sottopassaggi nel 54,6% dei casi, mentre il 42,7% ritiene pericolose le stazioni della metropolitana e del treno periferiche ed il 35,6% quelle della metropolitana e del treno al centro della città.
Anche di notte i luoghi considerati più pericolosi rimangono soprattutto i sottopassaggi (74,9%), le stazioni del treno (53,7%), le strade secondarie (54,5%) e le stazioni della metro (56,1%), ma anche le aree verdi (41,4) e i mezzi di trasporto pubblico (42,8%),
Ad essere considerate più sicure, restano le strade principali e le piazze (entrambe al 7,3%) e bar/pub (4,2%) a conferma che si tratta di luoghi più facilmente sorvegliate da presìdi delle Forze dell’Ordine in orario notturno.
Le donne si mostrano tendenzialmente più insicure nel vivere Roma, sia di notte che di giorno, insieme a coloro che attestano un’identità di genere altra, che rappresentano la porzione della popolazione romana più “allarmata” nell’uso di tutti gli spazi urbani a prescindere dall’orario di fruizione. Sottopassaggi, parcheggi, stazioni ferroviarie e aree verdi
sono gli spazi urbani temuti da donne e persone di altra identità e, con le ore notturne, anche i mezzi pubblici, bar e pub diventano meno frequentabili.
Stazioni ferroviarie, parcheggi, sottopassaggi e piazze, però, sono temuti – specie di notte – anche dagli uomini, che riferiscono una percezione di maggior sicurezza nelle stazioni della metro, nei mezzi di trasporto pubblico e nei parcheggi.
Fra le cause della percezione di pericolo o di disagio nei luoghi citati, figurano la sporcizia e l’incuria, secondo il 38,2% delle risposte, la presenza di microcriminalità nel 32% dei casi e la scarsa illuminazione nel 31,5%. Seguono la presenza di persone sotto l’effetto di droghe o alcool per il 28,7% del campione, la scarsa o la mancata presenza delle Forze dell’Ordine nel 25,2% dei casi e la scarsa frequentazione da parte di altre persone. nel 23,9%. Meno influenti si rivelano lo scarso passaggio di mezzi di trasporto (8,5%) e l’assenza di esercizi commerciali (3,9%).
Circa un quinto di coloro che hanno risposto, è solito uscire un paio di sere a settimana, seguito a ruota da chi esce almeno una volta a settimana (20,5%). Fra coloro che non escono mai o poco (una volta al mese) c’è un buon numero di residenti dei Municipi III, V, VI, XI, XIII che corrispondono
ad aree periferiche e giudicate insicure nella città, ma anche abitate da fasce della popolazione più mature. Di sera gli intervistati escono solitamente per andare a cena (79,8%), andare a trovare gli amici (55,1%), recarsi al cinema (33,7%), al pub/bar (33,1%) e al teatro (25,6%).
Circa 6 persone su 10 si spostano dalle 2 alle 4 volte al giorno
La maggior parte (57,2%) del campione, indifferentemente uomo o donna, attraversa il territorio cittadino da 2 a 4 volte al giorno, mentre il 20,2% si sposta al massimo 2 volte ed il 18,2% gira molto di più, compiendo da 4 fino a 6 spostamenti. Cifre da leggersi considerando la grande estensione della Città Eterna e la difficoltà ad attraversarla, a causa del grande traffico su gomma e dello scarso numero di metropolitane.
Chi risiede nel centro storico, con un’alta concentrazione di sedi di lavoro, istituzioni e servizi, naturalmente si sposta molto di meno, avendo a disposizione una maggiore affluenza di mete di destinazione.
Mentre i municipi situati in zone più periferiche o più estesi, sono quelli in cui le destinazioni da raggiungere presuppongono un maggior numero di spostamenti (ad es. Ostia, nel Municipio X). In periferia, ai margini della metropoli, si sono sviluppati quartieri più moderni con una maggiore attenzione per la mobilità intraurbana, ma naturalmente richiedono un più alto numero di spostamenti verso il centro della città, generalmente, effettuati con l’“auto privata” e con il “trasporto pubblico”. Decisamente meno utilizzati per gli spostamenti, il ciclomotore o il motoveicolo a due ruote privato, la bicicletta e il monopattino privati, al pari dello sharing e del taxi, così come la passeggiata a piedi.
La maggioranza del campione si sposta in città con la propria automobile: lo fanno il 40,6% delle donne ed il 36,9% degli uomini. Sono sempre di più le donne ad utilizzare nel 39,4% dei casi, i mezzi di trasporto pubblico, rispetto al 34,6% degli uomini. Si sposta a piedi l’11,3% del campione femminile rispetto al 9,1% del campione maschile, che sembra preferire altre forme di mobilità come quella su due ruote o su monopattino, a differenza di scelte più tradizionali e sicure per le donne (auto, mezzi pubblici, taxi). Il 13,8% degli uomini contro il 5,9% delle donne utilizza ciclomotori o motoveicoli, mentre molto poco utilizzati sono la bicicletta e il monopattino (4,2% degli uomini vs l’1,8% delle donne) per via delle condizioni di sicurezza, ma anche per le specificità territoriali di Roma che richiedono lunghi spostamenti, dislivelli e dissesti stradali, intersezioni con strade ad alto scorrimento.
“I risultati del report – spiega Michela Cicculli, presidente Commissione Pari Opportunità Roma Capitale – ci dicono che viviamo in una città meno accogliente per chi è donna e si trova spesso a fare i conti con una continua percezione di pericolo. Piazza e centri di ritrovo rendono lo spazio urbano più sicuro mentre i parcheggi e le aree verdi sono percepiti come pericolose dalle donne che prediligono, inoltre , il trasporto privato per sostenere meglio il carico di cura che significa pensare anche agli spostamenti quotidiani di altre persone, di solito anziani e minori. Dopo il tramonto, il mezzo pubblico viene accantonato come opzione per muoversi in città, ma nonostante questo le donne dichiarano di partecipare alle attività culturali e sociali di più rispetto agli uomini, che invece prediligono attività quali lo sport e il benessere personale. Voglio ringraziare le professioniste dell’Università che hanno realizzato questo report, incrociando dati, bisogni e prospettive, e che ci hanno fornito un importantissimo strumento di lavoro. Ne faremo tesoro.”.