Il rappresentante Cobas Francesco Iacovone rende nota una vicenda che vede protagonisti una cameriera ed il suo titolare.
La notizia del 28 giugno scorso, infatti, non è rimasta nascosta: alla base la violenza sessuale dell’uomo sulla donna e la successiva denuncia. A lasciare sconvolto Iacovone è anche quanto successo dopo una mail ricevuta da uno studio legale:
“Egregio dott. Iacovone, La contatto in relazione ai due articoli di giornale apparsi ieri ed oggi sull’edizione romana di Repubblica, in cui risulta il Suo nominativo quale rappresentante sindacale, per chiederLe un cortese confronto sulla vicenda. Le lascio il mio numero di cellulare per ogni evenienza“.
Il sindacalista si presenta all’appuntamento insieme alla cameriera Marilù P., ma invece di affrontare la questione dello stupro e del lavoro in nero della donna, il legale ha accusato Iacovone di illecito per aver parlato con la stampa, riferendo che i proprietari del ristorante avrebbero sporto denuncia.
Francesco Iacovone, del Cobas nazionale, spiega:
“Sono rimasto senza parole. Un colloquio surreale, che pensavo servisse a regolarizzare la situazione lavorativa marcatamente irregolare della cameriera, che ho portato con me per massima trasparenza, e che invece si è trasformato in un goffo tentativo di intimidazione, visto che le eventuali denunce non si minacciano per le vie brevi e su appuntamento, ma si mettono nero su bianco e si depositano alla Procura della Repubblica o in Questura.
Dopo le accuse, alle mie reiterate richieste di conoscere i motivi di questo incontro, l’Avvocato non ha saputo darmi alcuna risposta – aggiunge il sindacalista – come d’altronde non c’è stato alcun cenno di scuse nei confronti di Marilù per l’atto sessuale da lei subito. Tra l’altro, sugli articoli di giornale non ho citato né è apparso il nome del ristorante o quello dell’autore del fatto, quindi sembra che il titolare si sia riconosciuto nelle righe degli articoli del quotidiano. Tutto questo, sommato al messaggio di scuse inviato nei giorni scorsi a Marilù, sembrerebbe una vera e propria ammissione di colpa”.
“Di certo – conclude – non mi farò intimidire e al fianco di Marilù proseguirò questa battaglia confidando nell’operato dell’Autorità Giudiziaria e rivendicando la mia libertà di denuncia pubblica. Nel frattempo con il mio legale Carlo Guglielmi stiamo valutando un esposto al consiglio dell’ordine degli Avvocati per il comportamento tutt’altro che deontologico del legale della proprietà del ristorante”.