Le perdite per molte attività commerciali continuano ad aumentare a causa delle incessanti restrizioni rese necessarie dalla pandemia.
I nuovi ristori messi in campo dal governo Draghi per aiutare i commercianti, però, non risolveranno del tutto la situazione; questa la denuncia di Luciano Sbraga, segretario della Fipe Confcommercio romana.
“Dai nostri calcoli quasi il 40 per cento dei bar e dei ristoranti della Capitale non riuscirà ad attivare le misure previste dal decreto Sostegni”.
Continua poi sullo schema che verrà messo in atto per scremare gli aventi diritto ai rimborsi: “Questo meccanismo penalizza ristoranti e bar della Capitale: con il fatto che tra una chiusura e un’altra, soprattutto in periferia, i locali hanno lavoricchiato, quasi il 40 per cento titolari registra in media una perdita di fatturato pari tra il 25 e il 27 per cento. In pratica, per un migliaio di euro in più, ristoranti e bar resteranno a secco”.
“Credo che avranno più problemi i locali della periferia – aggiunge Sbraga – perché in Centro ci sono gestori che hanno lamentato anche perdite del 70 per cento e che quindi rientrano nel tetto deciso dal governo. Dai nostri calcoli un ristorante medio, con fatturato annuo di 550mila euro nel 2020, dovrebbe ottenere un sostegno da 5.500 euro, un bar di normali dimensioni, con un giro d’affari di 45mila euro all’anno, avrà un aiuto di 1.875 euro”.