Parliamo di obesità e di chirurgia bariatrica con il Dott. Messina: “Interventi che sono in grado di allungare la vita”

“In Italia, oggi si contano 6 milioni di soggetti affetti da obesità di cui il 49% sono al Sud ed in particolare in Puglia dove addirittura circa il 12% della popolazione è affetta da obesità patologica”.
Ne parliamo con il Dott. Federico Messina, specialista in Chirurgia Generale, Chirurgia Bariatrica e Chirurgia Colorettale.

“A noi del sud, sin da piccoli hanno fatto credere che avere qualche chilo in più fosse un segno di benessere. Con l’evolversi della società ed il diffondersi di questo stato di benessere, si è diffusa anche l’obesità, diventando un fenomeno sociale da prevenire e combattere” spiega Messina.
“Oggi l’obesità non può essere considerata solo un problema estetico perché tante sono le malattie che può causare: ipertensione, malattie cardiovascolari, ictus, tumori (al pancreas, colon e seno), disturbi sessuali, disturbi respiratori, delle articolazioni delle ginocchia e della schiena, ma soprattutto il temuto diabete. Senza considerare l’aspetto psicologico di una patologia che porta le persone ad isolarsi dal mondo in una spirale di depressione, vittime di derisione sul lavoro e di episodi di bullismo a scuola.
È una condizione pericolosa per la salute che se non risolta tempestivamente, rischia di causare una riduzione della aspettativa di vita di 10 anni, rispetto ad un coetaneo di peso normale”.

Quando un soggetto è considerato obeso?

“Il metodo più diffuso per misurare il grado di obesità è l’indice di massa corporea, in inglese Body Mass Index (BMI), che si ottiene misurando il peso (in kg) diviso per la statura (in metri) elevata al quadrato. Se questo valore è al limite di 25 allora si è in sovrappeso, a partire da 35 si definisce obesità patologica in presenza di patologie associate e se supera 40, allora si parla di obesità grave”.

Quali sono i fattori che causano l’obesità?

“I fattori che determinano l’obesità e contribuiscono ad alterare il corretto metabolismo, sono essenzialmente una alimentazione eccessiva e lo scarso esercizio fisico. A questi fattori si aggiungono l’alterazione dell’assorbimento dei nutrienti del cibo che si verifica con l’avanzare degli anni, ma anche lo stile di vita, cause genetiche, ormonali e psicologiche”.

Si può curare?

“Quando si devono perdere 40 o 50 chili, la sola dieta, l’esercizio fisico, psicoterapia e farmaci possono non bastare. L’unica soluzione efficace diventa la chirurgia bariatrica, cioè interventi che permettono di ottenere una riduzione apprezzabile del peso ma soprattutto mantenerla nel tempo. Purtroppo in Italia ci sono ancora troppi pregiudizi e disinformazione legati a questi interventi che invece sono in grado di allungare la vita e di assicurare una cura definitiva anche del diabete nel 60% dei casi. Molti pazienti non riescono a crederci quando si rendono conto di non essere più schiavi della terapia antidiabetica”.

E’ così facile?

“Sottoporsi ad un intervento di chirurgia bariatrica è un passo importante nella cura dell’obesità. Per guarire è necessaria la piena collaborazione del paziente che deve affidarsi ad un team medico multidisciplinare affiatato che lo guidi a cambiare radicalmente la propria condotta di vita, non solo quella alimentare. Il team composto da chirurgo, endocrinologo-dietologo e psicologo, ha il compito di valutare la presenza dei requisiti per accedere alla terapia chirurgica e guidare il paziente in un percorso che garantisca risultati apprezzabili a lunga distanza. Sono diverse le opzioni chirurgiche disponibili ma è determinante che vengano personalizzate sulle specifiche caratteristiche di ciascun paziente al fine di risolvere le cause che hanno determinato l’obesità. Si tratta di tecniche mini-invasive e laparoscopiche, che garantiscono un minore dolore post-operatorio e brevi tempi di recupero così che il paziente possa tornare a casa dopo tre giorni dall’intervento, ma il suo percorso non si esaurisce così. Un intervento bariatrico richiede periodici controlli per verificare se l’organismo sta reagendo bene all’operazione. Spesso per garantire un minore assorbimento dei grassi, questi interventi comportano la modificazione della normale anatomia dell’intestino, per cui è importante accertarsi che la dieta sia adeguata e che nutrienti essenziali, il ferro e le vitamine, vengano assunti anche con una terapia sostituiva. La chirurgia però non deve essere considerata una scorciatoia per tornare ad assumere cibo in maniera incontrollata. Per questo motivo il mio team diventa come una seconda famiglia che controlla e guida il paziente sotto l’aspetto dietetico ma anche elaborando i processi psicologici che hanno causato quel distorto rapporto col cibo”.

Il Dott. Federico Messina visita in diversi studi in Italia. Questi i suoi contatti:
www.federicomessina.com
WhatsApp: 3755654384
Instagram: @doc.messina

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