A Roma sta prendendo forma qualcosa che, fino a qualche anno fa, sembrava poco più di un sogno per ciclisti, pendolari e appassionati di mobilità sostenibile: il GRAB, ovvero il Grande Raccordo Anulare delle Bici.
Un nome che suona familiare e non a caso: il progetto si ispira proprio al celebre anello stradale che circonda la Capitale, ma questa volta con una vocazione tutta green.

Immagina un percorso ciclabile che gira attorno alla città, collegando quartieri, parchi, monumenti e zone periferiche, senza il rumore e lo smog delle auto. Non stiamo parlando di una semplice pista ciclabile, ma di un’infrastruttura pensata per connettere le persone con i luoghi, in modo lento, sicuro e accessibile a tutti.
La notizia più recente riguarda l’inaugurazione del primo tratto ufficiale del GRAB, quello che collega piazza di Porta San Giovanni a piazza Lodi. È un tratto simbolico: attraversa un pezzo di città denso di storia, ma anche di traffico, e dimostra che è possibile immaginare una mobilità diversa, anche in una metropoli complessa come Roma.
Il progetto completo prevede un anello di circa 50 chilometri, che si snoderà tra centro e periferia, toccando aree come il Parco della Caffarella, il Colosseo, il quartiere Ostiense, la via Appia Antica e molti altri nodi urbani e naturalistici. Non è solo una pista per chi ama la bici: è un modo per riscoprire Roma, passo dopo passo, pedalata dopo pedalata.
Per il Grab un lavoro di squadra
Dietro al GRAB c’è un lavoro di squadra tra Comune di Roma, Ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, associazioni ciclabili e realtà del territorio come Legambiente e Velolove. Un progetto partecipato, che ha coinvolto cittadini e urbanisti, ma anche artisti e scuole. Il risultato? Un percorso che non vuole essere solo funzionale, ma anche bello, vivibile e ricco di stimoli.

Un elemento interessante è l’idea di “cucire” la città, come ha detto qualcuno durante l’inaugurazione. Il GRAB non taglia, collega: tra quartieri che spesso si ignorano, tra periferie e centro, tra natura e cemento. Un’infrastruttura leggera che però porta con sé un cambio di prospettiva molto concreto: dare priorità alle persone, non alle auto.
E non finisce qui. Il GRAB rappresenta anche un’opportunità economica, sociale e turistica. Si parla già di cicloturismo urbano, di nuovi percorsi culturali, di piccoli esercizi commerciali che potranno rinascere grazie al passaggio di nuovi visitatori. In pratica, una vera e propria “arteria verde” che può far battere di nuovo il cuore di zone dimenticate.
Ora che il primo lotto è realtà, la domanda è: quanto ci vorrà per completare tutto il giro? I tempi tecnici non sono brevissimi, ma il segnale è forte: Roma vuole pedalare verso il futuro.
E tu? Hai mai pensato di attraversare la città su due ruote, lasciandoti sorprendere da scorci che, in auto, nemmeno si notano? Forse è il momento giusto per iniziare a guardarla da un’altra prospettiva. Magari proprio dal GRAB.