25 aprile, Sergio Mattarella e la corona d’alloro al Milite Ignoto

Una mattina silenziosa, carica di rispetto. Roma si è svegliata con l’atmosfera sospesa di un giorno che non è come gli altri. Il 25 aprile, ogni anno, ci ricorda da dove veniamo.

E quest’anno, ancora una volta, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto esserci in prima persona, come simbolo di unità e memoria condivisa.

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25 aprile, Sergio Mattarella e la corona d’alloro al Milite Ignoto (ANSA) Roma.CityRumors.it

Alle prime ore del mattino, il capo dello Stato ha raggiunto l’Altare della Patria per la tradizionale deposizione della corona d’alloro al Milite Ignoto. Un gesto che, nel suo silenzio, parla forte. Non è solo un momento istituzionale: è un richiamo collettivo al significato profondo della Festa della Liberazione, alla storia di chi ha lottato, spesso pagando il prezzo più alto, per darci la libertà che oggi abbiamo.

Ad accompagnare Mattarella c’erano i vertici dello Stato: la premier Giorgia Meloni, i presidenti di Camera e Senato Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, e il ministro della Difesa Guido Crosetto. Tutti presenti, in segno di rispetto e coesione, davanti a un monumento che non celebra un singolo, ma l’ignoto che rappresenta tutti. Un simbolo potente, che ancora oggi riesce a toccare corde profonde.

L’omaggio al Milite Ignoto non è mai solo un rito. È la conferma di quanto il 25 aprile continui a rappresentare uno snodo fondamentale nella nostra identità nazionale. La Resistenza, la lotta contro l’occupazione nazifascista, la voglia di rinascita, tutto trova spazio e voce in questa giornata. E Mattarella, da anni, è il garante di questa memoria: la custodisce e la rilancia, anche nei momenti in cui la retorica rischia di svuotarne il valore.

Una cerimonia essenziale come vuole la tradizione

La cerimonia è stata essenziale, come da tradizione. Nessun discorso ufficiale, ma tanta sostanza. Il picchetto d’onore, le Frecce Tricolori nel cielo, l’Inno nazionale. E, soprattutto, quel gesto del presidente che poggia la corona ai piedi del monumento. Una scena che ogni anno si ripete, ma non perde mai il suo peso simbolico.

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Una cerimonia essenziale come vuole la tradizione (ANSA) Roma.CityRumors.it

Proprio quest’anno, mentre il dibattito pubblico intorno al significato del 25 aprile si è acceso più del solito, la presenza di Mattarella ha assunto un valore ancora più forte. Senza bisogno di grandi proclami, il presidente ha rimesso al centro l’essenziale: il rispetto, la storia, l’unità.

In fondo, il senso della giornata si racchiude lì, davanti a quel sacello. Dove il tempo si ferma un attimo e la memoria diventa presente. È lì che ogni italiano dovrebbe passare, almeno una volta nella vita, per capire cosa vuol dire davvero essere liberi.

E allora, la vera domanda forse è questa: in un tempo in cui le parole si rincorrono troppo in fretta, abbiamo ancora la pazienza e il coraggio di ascoltare il silenzio di quei gesti che parlano di libertà?

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