A Roma la mostra ‘Ierimo, semo, saremo’, l’emigrazione giuliana nel mondo nella sala del Cenacolo di Vicolo Valdina

È stata inaugurata nella sala del Cenacolo nel Complesso di Vicolo Valdina, a Roma, la mostra ‘Ierimo, semo, saremo.
L’emigrazione giuliana nel mondo’. La retrospeytiva, promossa dall’Associazione Giuliani nel Mondo di Trieste con il Patrocinio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, racconta una pagina particolare, ancora poco nota, della nostra storia: l’emigrazione degli Italiani dalla Venezia Giulia.

“Per l’amministrazione regionale è importante la valorizzazione dell’attività dei corregionali all’estero, non soltanto per il legame affettivo che è dovuto a chi è emigrato dalle nostre terre d’origine ma anche perché quell’emigrazione rappresenta un pezzo di storia – dichiara alla Dire l’assessore alle Autonomie Locali del Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti- In questo caso, la mostra oggi inaugurata a Roma dà uno spaccato importante della nostra storia e del nostro
recente passato”.

‘Ierimo, semo, saremo’ mette in primo piano il piccolo e frastagliato territorio di frontiera che fu teatro di un’eccezionale intensità di eventi conflittuali, con continui capovolgimenti di fronti e drammatici periodi d’incertezza. Ecco allora gli scatti delle prime partenze dall’Isontino, l’esodo in massa dall’Istria, da Fiume, dalle isole del Quarnaro e dalla Dalmazia e poi i successivi, intensi flussi migratori da Trieste e dalla Venezia Giulia. La mostra vuole ricostruire sinteticamente questa storia dal punto di vista dell’Associazione Giuliani nel Mondo, costituita nel 1970 e diventata punto di riferimento
delle Comunità e dei Circoli giuliani in tutti i Continenti, aggregando i fili dispersi di un’emigrazione che per molti, specie per gli esuli giuliano-dalmati, non ha più una propria madrepatria di riferimento.

Il percorso espositivo presenta dunque luoghi, momenti e ‘climi’ che hanno determinato e accompagnato nel corso di un secolo grandi ondate migratorie, per salpare infine da quei porti che sono diventati simboli di questa emigrazione, in prevalenza transoceanica. Ancora racconta l’emigrazione dalla Bisiacaria (Monfalconese), e più in generale il Goriziano, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, tra le due guerre mondiali e nel secondo dopoguerra, in una terra fortemente provata dai
conflitti bellici e da spinose questioni di confine. E poi c’è il grande esodo degli Italiani dai territori di Istria, Fiume, Quarnaro e Dalmazia assegnati alla Jugoslavia, che raggiunse il suo picco dopo il Trattato di Pace di Parigi, il 10 febbraio 1947, con fughe di massa via mare e via terra, e spesso con lunghe permanenze nei campi profughi, prima di un’emigrazione senza ritorno. Infine il racconto dell’emigrazione di massa da Trieste dal 1954 al 1961.

‘Ierimo, semo, saremo’ è visitabile fino al 9 giugno, tutti i giorni dalle ore 11.00 alle 19.30 esclusi il sabato, la domenica e venerdì 2 giugno. L’ingresso (Piazza in Campo Marzio 42) è gratuito.

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