La vitamina D3 è un pro-ormone che l’organismo degli esseri umani produce a livello cutaneo per azione dei raggi UV-B (raggi ultravioletti di tipo B). La principale fonte di vitamina D3 per l’uomo è quindi rappresentata dall’esposizione ai raggi del sole; è l’unica vitamina che può essere prodotta dal corpo umano, a differenza delle altre che invece devono necessariamente essere assimilate con la dieta. Anche una piccola quota di vitamina D viene comunque assunta con gli alimenti.
In determinate situazioni, inoltre, può essere utile l’assunzione di integratori appositi; ciò si verifica di solito nei casi di carenza o di aumentato fabbisogno. Prima di ricorrere all’assunzione di tali supplementi, è importante verificare se vi siano delle controindicazioni sulla vitamina D3, come per esempio alti livelli di calcio o di vitamina D nel sangue; anche nel caso di malattie renali può essere controindicata l’assunzione.
Qual è il ruolo principale della vitamina D?
La vitamina D è coinvolta in vari processi relativi all’organismo umano, ma la sua funzione principale è quella di regolare l’assorbimento intestinale del calcio e del fosforo, due minerali fondamentali per la formazione e la mineralizzazione della struttura ossea. Lievi deficit di tale vitamina possono risultare asintomatici, mentre gravi carenze possono provocare l’osteomalacia nei soggetti adulti e il rachitismo nei bambini. Altre manifestazioni da carenza sono la dolorabilità diffusa e la riduzione della forza.
Per verificare i livelli di vitamina D in circolo è sufficiente un apposito esame del sangue, ovvero il dosaggio della 25-OH-D3.
Fabbisogno giornaliero di vitamina D3
Il fabbisogno giornaliero di vitamina D3 è diverso a seconda dei vari gruppi di popolazione.
Nel caso di lattanti nel primo anno di età il dosaggio raccomandato è di 400 UI al giorno (UI sta per Unità Internazionali).
Nel caso di bambini nel secondo e nel terzo anno di età il dosaggio è più alto: 600 UI al giorno. Questo vale anche per i soggetti di età compresa tra i 3 e i 60 anni nonché per le donne in stato interessante e per quelle che allattano.
Il fabbisogno giornaliero passa a 800 UI nel caso di soggetti over 60. Vale la pena ricordare che l’assunzione di vitamina D nelle corrette quantità giornaliere è particolarmente importante per le donne in menopausa poiché è un gruppo di popolazione a più alto rischio di osteoporosi.
Vitamina D3: esposizione solare e alimentazione
È a tutti noto che un’eccessiva esposizione ai raggi solari è considerata dannosa dai dermatologi; essa infatti aumenta il rischio di insorgenza di tumori cutanei. Ciò premesso, l’esposizione solare in modalità corrette rappresenta la fonte primaria di vitamina D. Le raccomandazioni al riguardo sono quelle di esporsi quotidianamente al sole per almeno 20 minuti al giorno. Ciò è ovviamente più semplice nelle stagioni estiva e primaverile, mentre può essere più difficile in inverno.
Anche l’alimentazione può fare la sua parte; cibi con buone quantità di vitamina D sono i pesci grassi, il fegato di bovino, le uova (soprattutto il tuorlo), il latte e i suoi derivati e l’olio di fegato di merluzzo.
Può inoltre essere valutata una specifica integrazione.
L’integrazione
Il ricorso a integratori di vitamina D3 può rendersi utile in varie situazioni, come per esempio nelle donne in stato interessante o che allattano, negli anziani, nei soggetti affetti da osteoporosi, in coloro che soffrono di malattie del malassorbimento, nel caso di terapie di medio-lungo termine che interferiscono con il metabolismo della vitamina D; così come nei soggetti affetti da iperparatiroidismo secondario a carenza di vitamina D e nei soggetti con livelli sierici di 25-OH-D3 inferiori a 20 ng/mL e con segni e sintomi che sono attribuibili a ipovitaminosi D.