Roma, accorpamento scuole: ecco cosa sta accadendo nella Capitale, il piano nel 2025 e quali istituti sono coinvolti
Le vacanze natalizie stanno per arrivare, ma non tutte le novità in arrivo sono festose. Infatti, proprio prima delle feste, dovrebbe essere approvato il nuovo Piano di dimensionamento delle scuole per l’anno 2025/26, che prevede l’accorpamento di diversi istituti scolastici.
Una misura che sta suscitando non poche polemiche tra genitori, insegnanti e sindacati. Nella Capitale, in particolare, a far discutere sono i tre accorpamenti che coinvolgeranno gli istituti comprensivi del primo ciclo di istruzione e le due aggregazioni nelle scuole superiori.
Accorpamento scuole: il piano e le reazioni dei sindacati
La decisione di ridurre il numero delle autonomie scolastiche, tanto attesa quanto temuta, è il risultato di un processo che ha visto un coinvolgimento di scuole, municipi e enti locali. L’obiettivo dichiarato dalla Regione Lazio è quello di ottimizzare l’organizzazione scolastica, migliorare la qualità dell’offerta educativa e rispondere alle linee guida ministeriali, che impongono la riduzione delle autonomie scolastiche.
Ma, come accade spesso, un piano che tocca direttamente il territorio e le persone ha scatenato diverse reazioni. Se l’anno scorso i sindacati e il Comune di Roma avevano parlato di “decisioni prese senza consultazione adeguata”, quest’anno il percorso di discussione ha portato a una riduzione dei tagli, passando da ben 23 accorpamenti a solo 9. Nonostante questo, i sindacati restano contrari, accusando la Regione di applicare una “riduzione selvaggia” che non tiene conto delle esigenze delle scuole e dei territori.
Gli accorpamenti a Roma e nelle scuole superiori
Nel dettaglio, a Roma, gli accorpamenti riguarderanno principalmente scuole del primo ciclo, ossia gli istituti comprensivi (IC), che uniscono le scuole elementari e medie. Si parte con due istituti nel municipio IV, l’IC Palombini e l’IC Perlasca, due scuole che, con 581 e 583 iscritti rispettivamente, sono ben al di sotto della soglia minima di 900 alunni fissata per evitare il rischio di accorpamenti.
La sede legale dell’istituto unificato sarà quella dell’IC Perlasca in via Ramiro Fabiani. Il secondo accorpamento riguarderà invece le scuole del municipio XV, ovvero gli IC Baccano e IC Wojtyla, che contano rispettivamente 629 e 608 alunni, uniti sotto la sede legale dell’IC Baccano in via Baccano.
Ma gli accorpamenti non si fermano al primo ciclo. Le scuole superiori, infatti, vedranno due aggregazioni importanti. La prima riguarderà l’unione dell’istituto F. De Pinedo e dell’istituto M. Colonna per dar vita a un unico polo scolastico superiore. L’altra riguarda l’integrazione tra il liceo artistico Caravillani e il liceo classico Dante Alighieri, che creerà un nuovo polo liceale con l’intento di razionalizzare l’offerta formativa.
I rischi e le opportunità degli accorpamenti
Da un lato, la razionalizzazione e l’ottimizzazione delle risorse sono obiettivi legittimi per migliorare l’efficienza del sistema scolastico, ma dall’altro, gli accorpamenti possono comportare rischi e disagi. Per le famiglie, infatti, potrebbe esserci un aumento della distanza tra casa e scuola, con inevitabili difficoltà logistiche. Inoltre, il rischio di perdita di identità e di tradizioni scolastiche è concreto, soprattutto per gli istituti che vedranno ridimensionati i propri spazi e la propria autonomia.
Tuttavia, alcuni esperti sostengono che questi cambiamenti possano anche portare vantaggi in termini di risparmio e di maggiore capacità di progettazione educativa, con scuole più grandi che potrebbero disporre di risorse migliori e offrire una varietà di corsi più ampia. Ma per il momento, queste potenzialità sembrano restare sullo sfondo di un dibattito che, a quanto pare, non sembra destinato a placarsi presto.
In attesa dell’approvazione definitiva, la domanda che rimane sospesa è se questi accorpamenti siano veramente il miglior modo per garantire un sistema scolastico più efficiente, o se, come sostengono molti critici, finiranno per danneggiare le realtà scolastiche che dovrebbero invece essere valorizzate e rafforzate.