Aggressione brutale in un ospedale laziale. Calci, testate, spintoni ed insulti all’interno del Pronto Soccorso. Il motivo è davvero clamoroso
Scene da Far West all’interno di un ospedale laziale. Un infermiere ed un portantino sono stati aggrediti in modo violento durante un normale turno di lavoro. Sono volati calci, pugni, testate ed è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine per placare l’ira dell’aggressore e ristabilire la calma.

La motivazione che ha portato l’uomo a perdere le staffe è davvero assurda. Tutto è accaduto presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Dono Svizzero di Formia. Un uomo aveva accompagnato i genitori per una visita: gli era stato assegnato un codice bianco (fortunatamente le condizioni della madre non destavano preoccupazioni particolari). Nel giro di pochi minuti sono arrivati numerosi pazienti in condizioni critiche.
Il racconto shock: aggrediti infermieri e portantini
Che hanno portato i sanitari a dare loro la priorità. L’attesa è diventata evidentemente insostenibile per il figlio: un ventisettenne originario di Gaeta, che è andato in escandescenze. Ha iniziato ad inveire contro i medici, poi ha colpito un infermiere con una testata. Quando un portantino si è avvicinato per soccorrere il collega, il 27enne ha aggredito anche lui. Altre testate, spintoni e calci rivolti ai sanitari. L’intervento di altri sanitari e poi, successivamente, delle forze dell’ordine chiamate di responsabili della struttura sanitaria, ha permesso di far tornare la calma.

Gli operatori sanitari colpiti, sono stati medicati dai colleghi, mentre l’uomo è stato arrestato in flagranza di reato e giudicato con il rito direttissimo di fronte al giudice monocratico del Tribunale di Cassino. E’ stato ritenuto colpevole e condannato per lesioni alla pena di un anno e sei mesi di reclusione. “Esprimo la mia piena e sincera solidarietà all’infermiere e al portantino aggrediti nel pronto soccorso dell’ospedale ‘Dono Svizzero’ di Formia mentre stavano svolgendo il loro lavoro”, ha scritto il presidente della Regione Francesco Rocca, parlando di episodio grave e inaccettabile.
“Colpire chi cura significa ferire non solo singoli professionisti, ma l’intera comunità. La violenza non può e non deve trovare spazio nei nostri ospedali, luoghi di assistenza, rispetto e umanità. A nome della Regione Lazio sono vicino ai due operatori coinvolti e a tutto il personale sanitario del presidio di Formia. A loro va il mio ringraziamento per la professionalità e il senso di responsabilità dimostrati ogni giorno, anche in contesti complessi e di forte pressione. La sicurezza di chi lavora nella sanità è una priorità. Continueremo a lavorare, insieme alle direzioni sanitarie e alle istituzioni competenti, per rafforzare le misure di tutela e prevenzione, affinché episodi simili non si ripetano. Difendere chi cura è un dovere morale e istituzionale. Su questo la Regione Lazio non farà passi indietro”.