Ansiosi, sempre più infelici e preoccupati: la drammatica fotografia dei giovani

A Roma si è svolta una conferenza, organizzata dal CNEL e Telefono Azzurro. Il quadro della condizione dei giovani risulta preoccupante

I giovani italiani vivono una situazione sempre più complicata, legata allo stress, alle preoccupazioni legate al presente, e al futuro. I dati emersi dall’indagine condotta da Telefono Azzurro e e realizzata grazie al supporto di Bva Doxa, sono stati elencati oggi a Roma nel corso di una conferenza organizzata dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro e fotografano una situazione davvero poco felice per gli adolescenti romani ed italiani.

Ansia, stress e preoccupazione. Cresce il disagio tra i giovani italiani – Roma.Cityrumors.it

Secondo quanto è stato evidenziato, sono numerosi i giovani che vivono situazioni di ansie e preoccupazioni: più di un ragazzo su cinque ammette di provare ansia. Ma allo stesso tempo sono davvero pochi i giovani che chiedono aiuto. Per un ragazzo su tre infatti, la richiesta di un supporto con un esperto di salute mentale è visto come un motivo di imbarazzo. Un ragazzo su tre prova vergogna a chiedere aiuto. Questi i dati evidenziati nel corso della conferenza “Il futuro dell’infanzia tra nuovi scenari e risposte concrete” al CNEL in previsione della Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 20 novembre.

Ansia e preoccupazione nel chiedere aiuto agli specialisti

I dati sono emersi dopo aver ascoltato più di 800 ragazzi tra i 12 e i 18 anni. Il quadro generale è piuttosto preoccupante. Negli ultimi quindici giorni solo il 41% degli intervistati ha dichiarato di essersi sentito felice. Il 21% di vivere situazioni di ansia e il 20% di essere preoccupato. Numerosi i motivi che portano a stati di sofferenza. Al primo posto, secondo gli adolescenti, c’è  la dipendenza da internet e dai social network (52%), seguita dalla mancanza di autostima (41%) e dalle difficoltà di relazionarsi  con gli adulti (40%). Per il 41% sarebbe utile insegnare ai genitori come essere vicini ai figli che stanno male, mentre il 39% auspica che a scuola si parli di più di salute mentale. Soltanto il 39% parla nella vita di tutti i giorni di benessere mentale.

La famiglia, il porto sicuro

La famiglia resta un porto sicuro per la stragrande maggioranza dei ragazzi intervistati: il 74% di loro ha ammesso di aver richiesto aiuto e supporto ai componenti della propria famiglia in caso di malessere psicologico. Il 38% ha invece preferito rivolgersi agi amici e solo il 26% allo psicologo. Ancora più bassa la percentuale di chi ha deciso di chiedere aiuto alla scuola (l’11%). Come sottolineato in precedenza, tra i giovani c’è molta poca attitudine a chiedere aiuto agli esperti. Se solo il 20% ha ammesso di aver consultato uno psicologo, per un ragazzo su tre, l’intervento di un esperto di salute mentale viene visto come fonte di imbarazzo. Molti temono di essere giudicati dalla società.

La linea di Ascolto 19696 nel 2022 ha raccolto 1459 segnalazioni relative a problemi di salute mentale (4 casi al giorno) e quelle gestite dal numero Emergenza Infanzia 114 nel 2022 sono state 347. Numeri in crescita rispetto al passato. L’indagine fa emergere un altro aspetto sul quale sarebbe necessario un approfondimento: i giovani ammettono di sentirsi particolarmente soli durante il giorno, motivo per il quale cercano di superare la solitudine, rifugiandosi nella rete. Tre le ore in media che i ragazzi passano sui social a chattare con gli amici.  Il 92% concorda che potrebbero causare dipendenza, ma il 31% li usa per combattere solitudine e noia. “Nell’ultimo anno abbiamo visto aumentare le richieste di aiuto legate alla salute mentale – spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro – la velocità trasformativa del digitale ha modificato lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei ragazzi che si trovano a gestire, spesso soli, forme di difficoltà e di disagio”.

Le guerre e i drammi alla base del disagio giovanile

Ma cosa porta i giovani romani ed italiani a manifestare queste ansie e queste preoccupazioni? Alla base del disagio ci sono gli eventi drammatici ai quali stiamo assistendo nel corso degli ultimi anni. Prima il Covid, con le enormi preoccupazioni che hanno accompagnato le nostre vite quotidiane, poi la Guerra in Russia-Ucraina e infine lo scoppio del conflitto in Medio Oriente: tutti eventi drammatici che hanno notevolmente influenzato i sentimenti e il vissuto dei ragazzi. Secondo quanto evidenziato, più di un giovane su due è rimasto impressionato di fronte alle notizie e alle immagini dolorose del conflitto, mentre il 35% ritiene di aver avuto una reazione all’inizio, ma ora si sente abituato.

Cresce il numero degli adolescenti e dei giovani che fanno incubi relativi ai conflitti mondiali – Roma.Cityrumors.it

Un ragazzo su cinque fa incubi sulla guerra

Il convivere con gli eventi luttuosi e drammatici è diventata una spiacevole abitudine per molti adolescenti, che nel corso degli ultimi quattro anni sono stati costretti ad affrontare e a cercare di superare enormi disagi ai quali non erano abituati. Ma quali sentimenti genera la guerra? Il 49% dei ragazzi sottolinea di provare molto spesso rabbia, il 59% tristezza, il 39% angoscia. A colpire è anche la percentuale dei ragazzi che, a causa delle immagini viste sui tg o in rete, ha subito degli incubi notturni: un ragazzo su 5 sogna di trovarsi al centro degli attacchi. L’empatia e la vicinanza alle popolazioni colpite sono sentimenti molto diffusi tra le giovani generazioni. Il 19% pensa alle vittime del conflitto ogni giorno, il 39% spesso e il 30% qualche volta.

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