Acqua in bottiglia ancora sotto esame: emerge un nuovo dato allarmante

L’impatto ambientale delle acque in bottiglia è un aspetto sempre più preoccupante, ma non è l’unico: cosa dice un nuovo allarmante studio.

L’impatto ambientale e lo smaltimento delle bottiglie di plastica è da sempre un argomento dibattuto da tante persone. Se da un parte, infatti rappresentano ancora una sorta di “comodità”, della quale però al giorno d’oggi si può ampiamente fare a meno dato che non mancano le alternative green e rispettose dell’ambiente, dall’altra le bottiglie di plastica inquinano non poco e sono un serio danno per il nostro Pianeta.

Dato allarmante acqua in bottiglia
Bottiglie di plastica e rischi per la salute dei cittadini – Romacityrumors.it

Ora, però, emerge un dato preoccupante. A dirlo è uno studio che si concentra su altri aspetti, ma che di certo non rassicurano i consumatori. Anche in questo caso è opportuno conoscere cosa è emerso e quali siano le novità che impattano negativamente la salute.

Acqua in bottiglia: cosa dice il nuovo studio che preoccupa sempre più persone

Le bottiglie di acqua conterebbero tracce evidenti di microplastiche e anche di nanoplastiche. Secondo una ricerca, condotta negli Stati Uniti dalla Columbia University, il consumo di acqua in bottiglie starebbe introducendo grandi quantità di plastica nell’organismo umano, con tanto di possibili danni. Gli esperti hanno spiegato nel dettaglio quanto emerso dallo studio.

Acqua in bottiglia nuovo studio
Le bottiglie di acqua conterebbero tracce evidenti di microplastiche e anche di nanoplastiche – Romacityrumors.it

In un litro di acqua in bottiglia ci sarebbero fino a 370mila particelle minuscole di plastica. In media, invece, ciò si attesterebbe intorno alle 240mila unità. Conti alla mano, quindi, i risultati dello studio hanno dimostrato una preoccupante quantità di plastica ingerita, numero superiore rispetto alle stime effettuate in precedenza. Ma come hanno fatto i ricercatori a quantificare la plastica o meglio dire i suoi frammenti?

Ebbene sì, gli scienziati hanno sfruttato la tecnica della microscopia di diffusione Raman stimolata. Si utilizzano laser che hanno rilevato il 90% delle particelle, identificandole come nanoplastiche (inferiore ad un micrometro). Proprio queste particelle hanno avuto la capacità di penetrare all’interno di intestino e probabilmente anche nella placenta. Nel secondo caso, di conseguenza, potrebbero mettere a rischio un feto.

Ma c’è da dire che sono stati scoperti anche altri materiali pericolosi come polistirene, polivinilcloruro e il polimetilmetacrilato. Le microplastiche sono un rischio per l’organismo e adesso i dubbi inerenti alle ricadute sulla salute diventano un problema da affrontare. Diversi studi si sono concentrati sull’effetto delle microplastiche sulla salute umana, ma adesso la questione va ben oltre.

Attraversare il corpo umano significa creare danni agli apparati, specialmente a quello digerente e al respiratorio: si tratta dei primi che vengono a contatto con le microplastiche e le nanoplastiche. Contaminanti chimici e altri persistenti sarebbero inoltre causa di possibili danni al sistema endocrino, così da compromettere la salute e anche il metabolismo dei neonati.

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