Sai qual è il numero magico di Roma, il numero che rappresenta la città eterna nella sua interezza? Te lo sveliamo noi!
Nel corso della storia alcuni numeri hanno assunto significati precisi per le città o per alcuni avvenimenti. Se spostiamo la nostra attenzione alla città che una volta dominò il mondo, Roma, vi troveremo un numero magico. Un numero che rappresenta la sua grandezza, un numero che è riconosciuto ancora oggi come parte integrante di questa città.
Carico di significati simbolici e magici, esso trova una particolare risonanza nella storia e nella cultura di una delle città più importanti mai esistite. Roma infatti è la città eterna, la città che con le sue antiche radici e il suo ricco patrimonio, è intrisa di riferimenti a questo misterioso numero, che permeano la sua storia, la sua religione e la sua struttura sociale. Andiamo quindi a vedere qual è questo numero e perché è considerato il numero magico di Roma.
Il numero magico di Roma
Il famoso numero misterioso è il sette. Questo numero, come abbiamo detto, ricorre molto spesso nella storia di Roma. Basti pensare ai sette Re o ai sette colli. Ma ci sono tantissime altre ricorrenze che si manifestano proprio in questo numero e che hanno segnato eventi importanti e significativi per questa città. Andiamo a vedere sette curiosità in particolare che ci faranno capire l’importanza di questo numero a Roma.
Uno dei collegamenti più evidenti tra Roma e il numero sette risiede nella topografia della città antica. Roma era originariamente costruita su sette colli, conosciute come Septimontium: Campidoglio, Palatino, Aventino, Quirinale, Viminale, Esquilino e Celio. Questa suddivisione geografica non solo ha plasmato lo sviluppo urbanistico di Roma, ma ha anche contribuito a definire la sua identità storica e culturale. La storia di Roma è intrisa di mito e leggenda ed anche qui ricorre il numero sette. Questi sette re regnarono sulla città prima dell’avvento della Repubblica. Li conosciamo, sono Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo. Essi hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia di Roma e hanno contribuito a forgiare le sue istituzioni e le sue tradizioni.
Nella Roma antica, sette erano gli oggetti sacri considerati di fondamentale importanza per la protezione della città e del suo impero. Questi oggetti, che includevano simboli religiosi e talismani, erano considerati essenziali per garantire il benessere e la prosperità di Roma e dei suoi abitanti. Le Vergini Vestali rappresentavano un pilastro centrale della religione romana, e il loro ruolo era strettamente legato alla sacralità del numero sette. Sette erano le vergini incaricate di custodire il sacro fuoco di Roma, un simbolo della continuità e della vitalità della città. Il mantenimento del fuoco sacro rappresentava un compito sacro e vitale per la sopravvivenza e la prosperità di Roma.
Sette erano anche i septemviri epulones, un gruppo di uomini incaricati di organizzare banchetti e festività pubbliche a Roma. Questi festeggiamenti erano parte integrante della vita sociale e religiosa della città e riflettevano l’importanza attribuita al numero sette nella cultura romana. Un altro legame tra il numero sette e la protezione di Roma si rifletteva nelle coorti dei vigili del fuoco. Sette erano le coorti di vigili del fuoco incaricate di proteggere le 14 regioni di Roma, mostrando ancora una volta l’importanza attribuita al sette nella struttura e nella sicurezza della città. Anche nell’era cristiana, il sette ha mantenuto la sua rilevanza a Roma. Sette sono infatti i sacramenti della Chiesa cattolica, e sette sono le chiese visitate dai pellegrini durante il pellegrinaggio a Roma. Questo legame tra il numero sette e la religione si riflette anche nell’identità culturale dei romani, che spesso si identificano con la loro romanità attraverso il numero sette.