Nell’Antica Roma veniva “seppellito” un fenomeno naturale: il rituale suggestivo

É possibile seppellire un fenomeno naturale? Nell’Antica Roma era consuetudine eseguire un rito espiatorio contro le sciagure.

La spiritualità, che da sempre affascina l’essere umano, va di pari passo con l’evoluzione scientifica. Fenomeni che in passato apparivano come frutto di un’entità superiore, oggi godono – almeno in parte – di una spiegazione logica e razionale. Studiare le religioni etrusche, romane e prima ancora egiziane, ci consente di analizzare approfonditamente il metodo di approccio dell’uomo antico nei confronti delle catastrofi naturali.

rituale nell'Antica Roma
Il rituale inaspettato compiuto nell’Antica Roma, ecco cosa facevano – Roma.cityrumors.it

Immaginiamo di vivere nella nostra beata ignoranza e, un giorno, di assistere ad un misterioso lampo di fuoco e luce che colpisce violentemente il terreno. La sua forza brucia gli alberi, uccide gli esseri viventi. La sua potenza domina il cielo ed incute timore.

É inevitabile che la mancanza di consapevolezza conduca l’uomo su un percorso di inquietudine e senso di colpa. I potenti, gli irraggiungibili, esprimono così la loro rabbia, per cui è necessario conquistare nuovamente la loro benevolenza. Nasce così il rito espiatorio del fulgur conditum, il quale prevede di “seppellire” il fulmine nella nuda terra.

Fulgur conditum, la rabbia degli Dei

In mancanza di una spiegazione scientifica che potesse giustificare l’imperversare delle catastrofi naturali, l’uomo associava la loro manifestazione alla rabbia, o alla benevolenza degli Dei. Gli antichi romani, ad esempio, interpretavano i fulmini come espressione di rabbia, disappunto o delusione. Un signum, dunque, di un evento funesto e potenzialmente pericoloso.

Per espiare le proprie colpe e conquistare nuovamente la fiducia dei potenti, era consuetudine costruire una recinzione intorno al luogo ove il fulmine aveva raggiunto il suolo e, successivamente, scavarvi un pozzo. Al suo interno venivano gettati gli oggetti, ed eventualmente i corpi, colpiti dal lampo.

fulgur conditum
Il rituale degli Antichi per ingraziarsi il favore degli dei – Roma.cityrumors.it

Il bidental (o fulgur conditum) veniva segnalato con un’epigrafe e diveniva così un luogo sacro. Una volta eretto il sepolcro, veniva sacrificata una pecora: un dono destinato agli Dei in collera, nella speranza che ciò persuadesse loro a non scatenare morte e distruzione sulla popolazione inerme.

Furono Plinio il Vecchio e Seneca a riportare i dati statistici dei bidental nelle loro opere. Un’eredità importantissima che consentì ai loro successori di analizzare, con approccio razionale, il vero significato e l’origine dei fulmini. Successivamente, persino gli etruschi – reduci dall’invasione romana – redassero i libri Fulgurales, ovverosia testi che conferivano un’identità spirituale alla manifestazione di questi potenti – e all’epoca inspiegabili – lampi di fuoco e luce.

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