Muro Torto, perchè si chiama così: e perchè è considerato un luogo maledetto

Intorno all’antica costruzione, che si trova nel centro di Roma, esiste una leggenda terribile, incentrata sulla sua storia e sul suo nome…

E’ uno dei luoghi più conosciuti e famosi di Roma: il suo fascino è grande, al pari della storia che custodisce e che lo ha portato al centro di un vero e proprio dibattito culturale. Se da una parte milioni di romani, che quotidianamente si trovano a passare da quelle parti, lo maledicono per il traffico incombente al quale sono costretti, altri ne apprezzano e ne esaltano la storia, arrivando a metterlo sullo stesso piano di alcuni tra i monumenti più belli e significativi della storia della città.

La leggenda intorno al Muro Torto. Perchè si chiama così e perchè è considerato un luogo maledetto – Roma.Cityrumors.it

Il Muro Torto è da sempre al centro di un importante dibattito: la sua storia si fonde nella leggenda, ed ha portato gli storici a cavalcare dicerie, curiosità e superstizioni. Intorno a questo sperone di un muro romano, si intensificano realtà e convinzioni che i romani si tramandano da tempo, alimentando leggende a non finire. Molti, ancora oggi, sono convinti che si tratti di un luogo nefasto, in base a dicerie di ogni tipo.

Il Muro Torto si trova tra il Pincio e Villa Borghese e costituiva il tratto delle mura Aureliane compreso tra Porta Pinciana e Porta Flaminia (quest’ultima ormai scomparsa). Questo muro è molto più antico rispetto al resto della cinta muraria voluta dall’imperatore Aureliano nel III secolo d.C e risale all’epoca repubblicana, quando la zona era occupata da alcune delle più importanti ville gentilizie della città. Questo tratto di mura apparteneva, con tutta probabilità ad una delle ville degli Anicii, degli Acilii o dei Pinci (da cui deriva il nome del vicino Colle del Pincio). Tali ville, costruite durante il periodo repubblicano, erano tipicamente circondate da mura di cinta che delimitavano i vasti possedimenti terrieri di queste illustri famiglie romane.

Perchè si chiama Muro Torto?

Il nome di questo angolo della città è sempre stato questo, ed il motivo è sotto gli occhi di tutti. Il termine Muro Torto è dedicato ad uno sperone di un muro romano, che risulta fortemente incrinato in avanti, dando la sensazione che possa cadere da un momento all’altro. La realtà è però ben diversa: quell’equilibrio, che sembra piuttosto precario, dura in realtà da più di venti secoli. Quel muro esisteva già nell’antica Roma ed era sempre nella stessa posizione: quell’inclinazione, molto probabilmente, deriva dai resti di una villa che esisteva molto prima della costruzione delle mura Aureliane che oggi costeggiano l’intero tracciato della via.

Il ponte  su viale del Muro Torto, tra storia e leggende legate al passato – Romacityrumors.it –

La storia del Muro Torto: perchè è considerato un luogo maledetto

Il muro torto esiste da tempo e molti romani lo considerano ancora oggi un luogo maledetto, infestato da spiriti maligni. Questo a causa delle leggende che si susseguono da tempo. Molti pensano che il muro si è inclinato a causa di un fulmine, arrivato nello stesso momento in cui San Pietro venne crocifisso. Per questa ragione è stato considerato da sempre un luogo da evitare: una terra sconsacrata, dimenticata da Dio e destinata alla sepoltura dei condannati a morte, dei ladri, delle prostitute, delle persone che si erano tolte la vita e di tutti quelli che non potevano raggiungere le anime del Paradiso. Per questo motivo nel medioevo le terre limitrofe al Muro Torto facevano parte della cosiddetta “Contrada del Muro Malo”.

Ogni epoca è contraddistinta da una lunga serie di dannati, figure malvagie o tragiche che hanno catturato l’immaginazione popolare e alimentato leggende e superstizioni. Che si sono incentrate intorno al Muro Torto. Secondo la leggenda, si pensava che lo spirito del terribile imperatore romano Nerone, noto per la sua crudeltà e la sua tirannide, fosse intrappolato nelle mura. Più avanti, si disse che in alcuni luoghi aleggiassero gli spiriti inquieti dei carbonari Targhini e Montanari, condannati a morte nel 1825 per un omicidio di cui probabilmente erano innocenti. Secondo la leggenda, le due anime in pena continuerebbero a vagare in cerca di vendetta, poiché erano state giustiziate “senza prove e senza difesa”, vittime di un processo sommario e di una giustizia sommaria.

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