La città di Roma è blindata per la commemorazione del giorno del rastrellamento degli ebrei il 16 ottobre 1943.
Oggi è l’ottantesimo anniversario del giorno che i nazisti portarono via 1022 persone dal ghetto ebraico di Roma per deportarle nel campo di Sterminio di Auschwitz. Solo 16 tornarono vive, quindici uomini e una donna, Settimia Spizzichino.
Il Municipio Roma IX con i Municipi Roma I, Roma VIII e Roma XII, ha promosso la Staffetta della Memoria, un percorso in bicicletta attraverso luoghi più importanti della memoria storica e della Resistenza Antifascista. La staffetta si i è tenuta ieri ed è partira dal ponte dedicato a Settimia, noto anche come Cavalcavia Ostiense.
È stato inaugurato il 22 giugno 2012 e il 3 dicembre dello stesso anno è stato intitolato alla donna, unica sopravvissuta del campo di sterminio polacco di Auschwitz-Birkenau, tra i 17 dei 1022 ebrei rastrellati nel Ghetto di Roma il 16 ottobre 1943.
L’appello di Papa Francesco
Ieri Papa Francesco ha lanciato un nuovo appello per la pace.
La comunità romana degli ebrei è una delle più antiche d’Europa e anche dopo oltre duemila anni ha mantenuto la sua identità. Il ghetto ebraico venne istituito nel 1555, perché secondo la bolla di Papa Paolo IV Carafa era assurdo che gli ebrei vivessero insieme con i cristiani.
La storia del ghetto ebraico di Roma
Le porte furono riaperte a metà Ottocento, quando in Europa si avviò un percorso verso l’emancipazione degli ebrei, che durò fino al ventennio fascista, quando arrivarono le leggi razziali. All’alba del 16 ottobre, 365 uomini della polizia tedesca, comandati di Herbert Kappler, entrarono nel ghetto con in mano la lista delle famiglie ebraiche. Avevano ordine di deportarle tutte con l’obiettivo della soluzione finale.
In dieci mesi di occupazione tedesca vennero deportate in totale 2091 persone, tra cui 281 bambini. Tornarono dai campi di concentramento solo in 73 e nessun bambino.