Negli ultimi anni, Roma ha assistito a una preoccupante chiusura di numerose sale cinematografiche storiche, trasformando profondamente il panorama culturale della capitale.
Questa tendenza ha suscitato l’allarme di attori, registi e professionisti del settore, che hanno lanciato un appello alle istituzioni per salvaguardare questi luoghi emblematici della cultura cinematografica.
Secondo dati recenti, oltre 40 cinema romani hanno chiuso i battenti negli ultimi anni, lasciando vuoti urbani e culturali difficili da colmare. Tra le sale storiche chiuse si annoverano il Cinema Maestoso, l’America e l’Airone, solo per citarne alcune. Queste chiusure non solo privano i cittadini di spazi dedicati alla visione collettiva dei film, ma rappresentano anche una perdita significativa per il patrimonio culturale della città.
Di fronte a questa emergenza culturale, numerosi esponenti del mondo del cinema hanno deciso di unire le forze per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni. Attori del calibro di Valerio Mastandrea e registi come Paolo Sorrentino hanno espresso la loro preoccupazione per la progressiva scomparsa delle sale cinematografiche romane. In una recente intervista, Mastandrea ha dichiarato: “La chiusura dei cinema è una ferita aperta per la nostra città. Dobbiamo fare qualcosa prima che sia troppo tardi”.
Le cause delle chiusure
Le ragioni dietro questa emorragia di sale sono molteplici. La diffusione delle piattaforme di streaming ha modificato le abitudini di fruizione del pubblico, riducendo l’affluenza nelle sale. A ciò si aggiungono le difficoltà economiche legate alla gestione degli spazi e, non ultimo, l’impatto della pandemia da COVID-19, che ha imposto chiusure prolungate e limitazioni di capienza.
Gli addetti ai lavori chiedono interventi concreti per invertire questa tendenza. Tra le proposte avanzate vi è l’istituzione di incentivi fiscali per i gestori delle sale, la promozione di iniziative culturali che incentivino il ritorno del pubblico al cinema e la tutela delle sale storiche come beni culturali da preservare. Inoltre, si auspica una maggiore collaborazione tra pubblico e privato per sviluppare progetti di riqualificazione degli spazi dismessi.
Nonostante le difficoltà, vi sono segnali positivi. Alcune realtà indipendenti stanno cercando di ridare vita alle sale chiuse attraverso progetti innovativi. Per esempio, l’associazione “Piccolo America” ha riaperto il Cinema Troisi, trasformandolo in un polo culturale polifunzionale. Queste iniziative dimostrano che, con il giusto supporto, è possibile restituire alla comunità spazi di aggregazione culturale.
La chiusura dei cinema a Roma rappresenta una perdita non solo per gli appassionati di cinema, ma per l’intera comunità. È fondamentale che istituzioni, professionisti del settore e cittadini collaborino per trovare soluzioni che preservino e valorizzino questi luoghi di cultura, affinché possano continuare a essere punti di riferimento per le future generazioni.