Mentre Mourinho aveva posizionato la Roma tra il quinto e l’ottavo posto, il direttore sportivo ribatte: “E’ il nostro sogno e il nostro obiettivo”
L’acquisto di Lukaku, i problemi con Marcos Antonio e Scamacca, la trattativa con l’Atalanta per Zapata e il capitolo rinnovi. Tiago Pinto, direttore sportivo della Roma, regala una fotografia del mercato giallorosso e tocca numerosi punti. Senza aprire polemiche con il connazionale Mourinho, è evidente una distonia sul valore della rosa e sull’obiettivo finale. Il tecnico, nella conferenza pre Verona, dichiarò che la squadra lottava per un posto tra il quinto e l’ottavo. Pinto dichiara che la Champions League è l’obiettivo dichiarato della società.

“Siamo motivati e carichi per il meglio della squadra. Sin dal primo giorno che ho firmato il contratto ho capito che la grande ambizione della proprietà è arrivare in Champions. E’ anche la mia ambizione, è logico”, le parole del diesse giallorosso. Sul mercato ha dovuto lavorare tra due fuochi: da una parte le esigenze del tecnico, dall’altra i paletti della Uefa. “Sono stanco, non lo nascondo, è veramente difficile essere tre mesi sotto questa pressione. Senza dormire o mangiare, voglio fare le cose fatte bene e infatti dopo la conferenza vado in Portogallo. I tifosi giudicano queste tre partite, ma noi ne avremo più di 50“. Sui paletti della Uefa: “Dentro il piano del Fair Play abbiamo due cose: in due anni possiamo spendere solo il 70% dei ricavi per arrivare all’obiettivo. Siamo messi bene e entrano tutti i soldi delle future rivendite. Poi c’è il transfer balance che monitora i giocatori che entrano e quelli che escono: noi abbiamo fatti 15 milioni di future rivendite (Under, Calafiori, Frattesi ecc) e non entrano nel transfer balance. Abbiamo fatto 18 milioni con Volpato, Missori e Tahirovic: erano in lista B e non contano nel transfer balance. Ho litigato una settimana con Campos sul prezzo di Paredes: loro mi contano 4.5 milioni per Paredes ma 2.5 di bonus sono molto difficili (l’80% delle partite). Io sono molto d’accordo con i principi del Fair Play ma è molto complicato far quadrare tutto”.
Prima di Lukaku, la Roma ha cercato numerosi attaccanti. “Ho 38 anni, sono divorziato e non ho figli, sono abituato ai no. Non ho seguito tutti i nomi che ci hanno accostato, ma abbiamo trattato Scamacca e Marcos. Gianluca non ci siamo riusciti, Marcos è ancora un obiettivo, lo seguiamo da 15-16 mesi. Per noi era una situazione possibile, fattibile, ma abbiamo avuto la sfortuna di quello che è successo al Santos che ha complicato tutta la situazione. Rimane un obiettivo. Beltran? Non so cosa è successo con la Fiorentina, per me è tutto a posto”
L’acquisto di Lukaku e i meriti di Mourinho

L’acquisto di Lukaku: “La prima estate mi volevano ammazzare quando Dzeko è andato all’Inter e poi è arrivato Tammy. Poi sono arrivati Dybala e Lukaku, sono giocatori che abbiamo fatto sentire importanti, non era una questione di soldi o contratti. In ogni sessione mi piace portare un giocatore così, vediamo nelle prossime. Lukaku non lo potevi prendere a giugno o luglio, ho un buon rapporto con chi lo segue e che segue anche un giovane molto interessante. Ho monitorato la situazione e poi al momento giusto devi sfruttare l’opportunità. E’ stato importante l’intervento di Mou visto il loro rapporto e anche il coinvolgimento personale dei proprietari ha semplificato molto il mio lavoro. Con Lukaku abbiamo chiuso in 4-5 giorni, idem con Paulo”.
A proposito di Dybala. I tifosi sono in ansia per il rinnovo dell’argentino: “Lo scorso anno parlavamo solo della clausola. Come vedete Paulo è ancora qua. E’ un giocatore favoloso e un professionista fantastico. Godiamoci Dybala almeno per due stagioni, al momento giusto e nel posto giusto parleremo del contratto”.