Lazio, le verità di Tudor: “Ecco perchè ho scelto la Lazio”

E’ il giorno della presentazione ufficiale del nuovo allenatore della Lazio, che ha preso il posto sulla panchina dei biancocelesti del dimissionario Maurizio Sarri

E’ al lavoro già da alcuni giorni dopo essere sbarcato a Roma a inizio settimana. Assume un’eredità pesante, quella dell’allenatore toscano che lo scorso anno guidò la Lazio fino al secondo posto in classifica. Igor Tudor si presenta ai suoi nuovi tifosi e nelle conferenza stampa ufficiale spiega le sue idee di calcio e perchè non ha avuto nessuna esitazione ad accettare la proposta del presidente Claudio Lotito di prendere la squadra in corsa.

Il nuovo allenatore della Lazio Igor Tudor – Romacityrumors.it –

 

Il Presidente della Lazio è il primo a prendere la parola: “Ho il piacere di essere qui, perchè lo ritenevo indispensabile, afferma il presidente Lotito, “la scelta dell’allenatore è stata una scelta ponderata. Ho ritenuto che Tudor fosse la persona giusta per guidare la squadra perchè ha le caratteristiche idonee per guidare la Lazio in un momento in cui la squadra ha avuto delle problematiche dovute alla concentrazione. Tudor è l’uomo giusto, sia dal punto di vista tattico che motivazionale. La scelta di Tudor è stata fatta per avviare un progetto nuovo. La squadra ha tutte le potenzialità per raggiungere gli obiettivi. Ho chiamato Tudor dopo le dimissioni di Sarri, e dopo aver fatto un’attenta valutazione. E’ una scelta convinta, sono contento: ho trovato una persona sana dal punto di vista morale, non ha retropensieri”.

Un nuovo inizio

Igor Tudor arriva alla Lazio con un contratto fino al giugno del 2025 e avrà con sè anche altri tre collaboratori. Il tecnico croato avrà come suo vice Ivan Javorcic, nello staff anche l’allenatore dei portieri Tomislav Rogic e il match analist Giuseppe Maiuri.

“La Lazio mi ha lasciato una buonissima impressione, ci sono bravi ragazzi disposti a lavorare. C’è una cultura del lavoro che ha creato Sarri, e quindi a lui vanno fatti i complimenti. I ragazzi sanno che si può e si deve fare meglio, ma è un buon inizio. Io devo essere intelligente, devo mantenere le cose che mi piacciono e inserire a poco a poco le novità. Ho scelto la Lazio perchè è una squadra importante, ci sono pochi allenatori al mondo che non accetterebbero la Lazio. Qui la figura dell’allenatore è importante, visto da fuori qui c’è un progetto: c’è l’appoggio del club, ci sono le strutture, c’è una buona squadra. 

Il presidente della Lazio Lotito – Romacityrumors.it –

 

Sarà rivoluzione tattica?

La tattica? Devo valutare ancora alcune situazione. Ci sono giocatori che possono fare due moduli, ce ne sono altri che possono farne uno. Ci sono ancora due mesi, ci sono diverse partite di campionato e c’è la coppa: il risultato è quello che conta. C’è uno stile di gioco e c’è un modulo di gioco. Non vorrei parlare dei singoli, io sono molto attento e scelgo sempre quello che vedo in allenamento. C’è una scritta nella palestra che mi rapprensenta: non è la voglia di vincere, ma la voglia di prepararsi che fa la differenza. Non sono un sergente di ferro, è una brutta descrizione. Poi, come diceva il presidente, ci vuole carota e bastone. Ma qui i ragazzi sono disponibili, hanno voglia di fare. Allenare in Italia è più facile perché c’è grande cultura del lavoro tra i giocatori. Sono un allenatore esigente negli allenamenti, i calciatori possono chiedermi tutto… tranne i soldi”.

Il calendario è da far tremare i polsi

“Programmare a lungo termine non serve a niente. Credo nel presente. Dovremo partire subito forte, e non sarà facile trasmettere tanto in poco tempo. All’inizio abbiamo subito partite difficili, ma a me piace partire così contro la Juventus, poi il derby. Dobbiamo credere nel sacrificio, nel sudore. Poi la differenza la fanno i giocatori, la loro voglia, la loro qualità. Penso che si possa far bene con questo organico. La lunghezza del contratto non mi interessa: se lavoro bene vado avanti, se non lavoro bene posso anche andare a casa domani. Vivo di presente, e vivo di lavoro”.

Alla Lazio ritrova Guendouzi

Non leggo i giornali. A Marsiglia non è successo niente. Con Matteo ho un ottimo rapporto, è sanguinoso, vuole giocare sempre. Siccome non si possono giocare tutto, ogni tanto succedono cose di campo: niente più, niente meno. Sono contento che lo ritrovo. Ha un’esperienza importante, faremo bene le cose insieme”.

La Juventus subito all’avvio

“Conta fare bene queste prossime due gare. Anche io sono stato giocatore, e quando arrivano le grandi squadre i giocatori sono sempre più motivati. Ma io martello quando gioco con le provinciali, perché lì c’è il rischio di abbassare l’attenzione. Sono felice si essere qui”.

L’importanza di recuperare il miglior Immobile

“Ciro qua ha fatto la storia, poi succede qualcosa e sembra chissà cosa. E’ un giocatore amato da tutti, poi esce una cosetta e fa subito notizia. E’ un giocatore di cuore, ci ho già parlato e lo vedo voglioso di dare il suo contributo. Lo vedo voglioso, mi è piaciuto il suo atteggiamento in panchina a Frosinone quando era in panchina e ha segnato Castellanos”.

Il centrocampo ideale e due attaccanti

“I centrali di centrocampo devono avere tutto: intelligenza tattica, inserimento, palleggio, interdizione. Non ho ancora deciso come giocheremo: 3-4-2-1? Magari giocheremo a tre e mezzo. Potrebbe succedere di giocare anche con due punte. L’obiettivo è quello di fare il massimo. Non voglio entrare in questioni tattiche, ne parlo solo con i miei giocatori nello spogliatoio e dentro al campo. Loro hanno una grande cultura del lavoro, la fase difensiva è fatta bene, voglio lasciare qualcosa del calcio di Sarri. Ma non voglio dare ulteriori dettagli perché è una cosa che deve restare dentro allo spogliatoio”.

Ciro Immobile e Matteo Guendouzi – Romacityrumors.it –

 

Adattarsi alla rosa a disposizione

“L’allenatore si adatta sempre ai calciatori che ha. Tu puoi provare a fare le stesse cose, ma non sempre riescono allo stesso modo. Un tecnico deve adattarsi, senza mai rinunciare a mettere la propria parte. A me i numeri non interessano, l’importante è avere a disposizione giocatori forti. In difesa abbiamo un gruppo di giocatori interessanti, importanti: quando hai giocatori bravi, puoi fare tutto. Il calcio italiano all’estero è visto come un calcio molto tattico. Fuori dall’Italia c’è più ritmo, la Premier League è un campionato a parte. Il calcio va verso una maggiore fisicità, maggiore velocità, senza rinunciare alla struttura della squadra. Non è il ritmo a farti giocare bene, ma perché rinunciare al ritmo? Qui il ritmo è un po’ più basso, ma la Serie A è un campionato difficile, non è facile fare punti in Italia. Non sono mai uscito dal centro sportivo, vogliamo sfruttare ogni minuto. Non vedo l’ora che inizino le partite”.

L’importanza di un giocatore come Luis Alberto

“L’importante è avere giocatori forti. E Luis Alberto è un giocatore forte. Più giocare come mezz’ala, dietro alla punta. Se vogliamo essere super offensivi, può giocare anche davanti alla difesa. Lo vedo motivato, voglioso. Giocatori a fine ciclo? Non esiste, è un modo di dire che non mi appartiene. Ci sono giocatori che ce la fanno, e giocatori che non ce la fanno. Lazio anziana? Più che l’età, contano le caratteristiche dei calciatori che fanno la differenza”.

Stretta di mano tra Lotito e Tudor – Romacityrumors.it – Ansa foto

 

La Lazio nel destino

“Uno dei miei più grandi amici è Alen Boksic: qui ha fatto la storia del club. Ho parlato con Alen, lui ogni tanto vive a Roma, ci siamo messaggiati. Sarei potuto venire alla Lazio da giocatore, in prestito, ma non so per quale motivo la trattativa a un certo punto si fermò. Penso che un allenatore non debba rinunciare a niente: bisogna provare a dare tutto a una squadra. Divertimento? A me piace vincere. Quando guardo una partita che non mi piace, dopo dieci minuti cambio canale. Anche il club, vuole veder vincere la squadra. Bisogna mettere sempre un po’ di italianismo: se devo fare catenaccio per vincere contro una provinciale, faccio il catenaccio”.

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