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Lazio, l’ex difensore elogia Baroni: “La differenza con Sarri è evidente”

Paolo Pochesci, ex difensore biancoceleste: “Sarri imponeva le sue idee, Baroni è più aperto e dimostra di essere credibile agli occhi dei calciatori”

Quattro vittorie consecutive, cinque nelle ultime sei gare (bilancio da sosta a sosta). La Lazio di Marco Baroni vola e sul campo è fin qui  riuscita a smentire gli scettici e a ritagliarsi un ruolo da protagonista. Grazie alla vittoria contro l’Empoli, i biancocelesti raggiungono la Juventus a quota tredici, ad una sola lunghezza dall’Inter e a tre dal Napoli capolista. “Sono sorpreso e felice – dichiara in esclusiva ai nostri microfoni Paolo Pochesci, ex difensore della Lazio degli anni ottanta – e gran parte del merito va al tecnico Baroni, che è stato in grado di creare un gruppo solido e di imporre delle idee, per certi versi rivoluzionarie.

Il grande ex elogia Baroni ed evidenzia le differenze con la Lazio di Sarri – Roma.cityrumors.it

La Lazio gioca con due attaccanti centrali (Dia e Castellanos), due attaccanti esterni (Zaccagni e uno tra Isaksen e Tchaouna) e due terzini di spinta (Lazzari e Nuno Tavares), lasciando ai soli difensori centrali e ai due mediani il compito di coprire. “Per me, per come giocavo, non sarebbe stato facile (ride ndr.), ma soprattutto perchè il ruolo di difensore centrale è completamente diverso rispetto a prima”.

Cosa è cambiato?
“Si tende a coprire la zona e non l’avversario. Io sapevo che il mio avversario non doveva prendere la palla, basta. Oggi invece il difensore invece deve stare attento alla zona da coprire, ad iniziare l’azione, a coprire la linea. Il ruolo è cambiato in modo clamoroso. I difensori centrali di oggi fanno un altro sport. E ci sono regole diverse. Quando vedo i gol di oggi, vedo che gli attaccanti sono molto più facilitati. Il calcio e la mentalità sono cambiati. Ripeto: per me il riferimento era l’avversario, il centravanti. Oggi è la palla”.

I difensori centrali della Lazio, spesso hanno commesso degli errori..
“Ripeto, il modo di difendere di oggi non aiuta i difensori”.

Torniamo alla Lazio di oggi. Sorpreso?
“Non mi aspettavo un allenatore così offensivo, con tanti giocatori d’attacco. Non so se la Lazio potrà resistere a lungo in quella posizione in classifica e quali siano gli obiettivi, però vediamo una squadra coraggiosa, propositiva e rispetto al passato recente questa Lazio diverte. Anche a Verona Baroni giocava un calcio propositivo, ma quello che sta facendo alla Lazio va oltre”.

Pedro e Zaccagni, autori dei gol che hanno regalato il successo alla Lazio contro l’Empoli – Roma.cityrumors.it

Cosa l’ha stupita di Baroni?
“Mi aspettavo un allenatore che gestisse la situazione, che cercasse un equilibrio in campo, invece schiera tanti giocatori dalla propensione offensiva. Mi piace, è un modo coraggioso di giocare, con un atteggiamento propositivo. Non si accontenta di controllare la partita, ma cerca di aggredirla, di portarla a casa. Nel calcio di oggi sono in pochi a farlo”.

La Lazio dello scorso anno sembrava scollata, con calciatori che non riuscivano a seguire il vecchio allenatore (Sarri). Quanto è stato importante il lavoro mentale, più che quello sul campo?
“Il problema di qualsiasi allenatore è riuscire ad essere credibile. Puoi usare tutte la parole che vuoi, ma se non sei credibile, i giocatori non ti seguono. Lui è riuscito a farsi seguire dai giocatori, a trovare una sintonia con loro. Le parole nel calcio valgono zero, l’importante è quello che riesci a trasmettere. Lui si è fatto seguire: è entrato in sintonia con loro e sta ottenendo i risultati grazie al lavoro”.

Cosa che non è riuscita a Sarri?
“Giudico da fuori, senza conoscere le dinamiche interne: ma la sensazione è proprio questa. Sarri sembrava aver perso il controllo del gruppo. Era troppo legato alle sue idee e ad un determinato modo di giocare, che sembrava quasi imporre agli altri. Così non è riuscito a farsi seguire. Soprattutto quando le cose non vanno per il verso giusto, provare ad imporre le proprie idee, non è mai la soluzione migliore.  Baroni invece sembra diverso, più aperto a cambiare e al dialogo. Io quest’anno vedo giocatori correre, recuperare palloni e dare il meglio di loro. Nonostante la qualità sia più bassa rispetto al passato, tutti danno il cento per cento di quello che possono dare. E questo è il segreto per qualsiasi squadra”.

Alcuni temono che la Lazio sia partita anche troppo bene, e che magari alla lunga possa cedere…
“Partire bene è importante, soprattutto quando cambi tanto. La squadra gioca bene, e rispetto al passato, finalmente, mi diverte vederla giocare. Potrà anche non vincere tutte le gare, ma in questo momento non si possono mettere limiti. Anche perchè basta vedere quello che succede da altre parti. La Roma fa fatica ogni domenica, la Lazio invece sembra andare con il vento in poppa. Il lavoro fatto fino ad oggi è piuttosto chiaro”.

Paolo Pochesci con la maglia della Lazio e oggi, nel ruolo di dirigente – Roma.Cityrumors.it

Il modulo con quattro attaccanti in campo e due terzini di spinta, è proponibile anche quando si affronteranno squadre di livello superiore? La Lazio, dopo la sosta andrà a Torino ad affrontare la Juventus: non sarà rischioso giocare in questo modo contro i bianconeri?
“Al contrario. Sarebbe rischioso il contrario. Alla squadra dai degli input, un’idea. Se fai delle scelte e sul campo i risultati arrivano, perché cambiare? Potrai forse avere degli accorgimenti, chiedendo altri compiti in certe partite, ma se hai questa idea, non ha senso cambiare. Sarebbe disconoscere quanto fatto. Ritorniamo al discorso della credibilità: sarebbe un brutto messaggio alla squadra, come fargli capire di non essere all’altezza di poter ripetere a lungo queste prestazioni”.

Quali giocatori l’hanno impressionata fino ad oggi?
“Mi ha impressionato Nuno Tavares: ha un passo impressionante. Può essere fondamentale per la Lazio. Non credevo avesse questo impatto devastante. Mi sorprende anche Castellanos, che rispetto allo scorso anno sembra un altro giocatore”.

Torniamo all’obiettivo: prima diceva che è difficile pensare alla posizione finale di questa squadra. Quante, sulla carta, partono avanti ai biancocelesti?
“Parliamo di quello che abbiamo visto nella prima parte di stagione. Un giudizio che può essere modificato, naturalmente. Napoli, Juventus e Inter hanno qualcosa in più rispetto alle altre: danno l’impressione di essere compatte e di essere squadre al top. Tolte queste, non vedo squadre superiori alla Lazio. Il Milan sembra una squadra sconfusionaria, le prestazioni della squadra lo evidenziano. Sai qual è la differenza?”.

Quale?
“Che Fonseca non è riuscito ad entrare nella testa dei suoi giocatori, come ha fatto Baroni con la Lazio. E lo stesso si può dire per la Roma. Sia per De Rossi che per Juric. E questo non può che essere un merito del tecnico”.