Nuovo piano del presidente del tribunale: “Si riparte a maggio”. I penalisti battono sulle condizioni dei detenuti

Per la Capitale, il presidente del tribunale di Roma, Francesco Monastero, ha ipotizzato un piano diviso in tre passaggi consecutivi.
L’obiettivo è quello della ripresa delle attività del tribunale romano, ad oggi in completa stasi.

Il progetto verrà comunicato la prossima settimana e sarà probabilmente soggetto a modifiche in relazione alle variabili dovute all’emergenza CoVid-19.

La prima fase sarà di rodaggio: quindici giorni di tempo in cui i tribunali aumenteranno lievemente il personale amministrativo, cancellieri e segretarie. Il primo step riguarda il periodo che va dal 16 aprile al 30 aprile. 

La seconda fase partirà dai primi di maggio e si inizierà a calendarizzare alcune udienze. Un iniziale leggero carico di lavoro. Cercando di far confluire meno persone possibili nei palazzi di giustizia. Si andrà avanti con questo schema fino ai primi di giugno.

Il terzo step prevede la ripresa delle attività dei tribunali vicina al 50%. In pratica un massimo di 3-4 udienze per sezione, di solito sono 10 con picchi anche di 20. In modo tale da non intasare le aule. A settembre si spera che i tribunali potranno ritornare a regime.

Nel frattempo, nelle carceri romane la situazione sta precipitando.
Regina Coeli ospita 1000 detenuti, ma la sua capienza dovrebbe essere al massimo di 600 unità. Condizione perfino peggiore per Rebibbia nuovo complesso, qui non si dovrebbero superare le 1000 unità, oggi sono stipate 1600 persone. Ai tempi del Covid-19 il sovraffollamento diventa, perciò, un problema ulteriore.
Uno dei modi per ridurre la pressione sarebbe quello di spedire ai domiciliari tutti i detenuti che sono a fine pena. Ma l’intero meccanismo sembra essere inceppato, attacca Placanica: “Se proponi una riforma secondo la quale sotto una certa pena il detenuto va ai domiciliari col braccialetto elettronico, e tutti sanno che non c’è disponibilità di braccialetti elettronici, allora già sai che è una riforma irrealizzabile e che si tratta di una proposta ipocrita”.

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