Forse non lo sapete, ma anche a Roma è stato studiato un intero quartiere a luci rosse: ecco do ve si trova e la sua storia
Tutti conoscono i quartieri a luci rossi di Amsterdam: Walletjes, Singel e Pijp, affollati da turisti e curiosi, che ogni giorno si aggirano tra le vetrine dei sexy shop e dei musei a tema: aree della città conosciutissime e affollate ogni giorno della settimana; molti hanno avuto l’occasione di attraversare e apprezzare Pigalle, che a Parigi è da sempre considerato il più importante quartiere a luci rosse della Francia. Anche a Londra e in altre capitali europee esistono dei quartieri dedicati al sesso. E Roma?
Forse non lo sapete, ma anche nella capitale è stato studiato e predisposto un quartiere a luci rosse. Una zona conosciuta da molti romani e che veniva presa d’assedio da chi cercava compagnia facile e divertimento. Una parte della città che, negli ultimi anni, è tornata sulla bocca di tutti e che è stata conosciuta dalla stragrande maggioranza dei cittadini, che veniva presa d’assedio dai romani.
La zona si estendeva dalle pendici dei colli Quirinale e Viminale fino all’Esquilino. Il suo nome era Suburra e camminare tra quelle vie era molto pericoloso in quanto si trattava di una parte delle città diffamata. Era la zona costituita dal sottoproletariato, affollata di gente, costretta a vivere in condizioni ai limiti: nonostante si affacciasse su un’area monumentale e piena di servizi pubblici, il quartiere era malfamato, pieno di fuorilegge, prostitute e funestato di delitti e furti. Secondo la tradizione, nelle strade strette e sporche che nel terzo secolo costituivano la zona, era quasi impossibile camminare in tranquillità quando il sole tramontava.
I vicoli serpeggianti e oscuri offrivano il territorio perfetto per le bande di malviventi. Durante il giorno, le strade del quartiere erano vive di piccoli laboratori artigianali, permettendo ai passanti di muoversi tranquillamente. Ma al calar del sole, la vita scompariva, lasciando spazio a un’ombra densa e opprimente. Le uniche luci a rischiarare quell’oscurità provenivano dalle taverne di dubbia reputazione e dai bordelli.
A meno che, non ci fosse l’intenzione di sfruttare una delle peculiarità della zona: il sesso. L’elenco delle prostitute presenti in zona era altissimo. All’interno di un quartiere malfamato e pericoloso, era facile trovare compagnie. Ancora oggi il termine Suburra, nel linguaggio comune, è accompagnato all’idea di un luogo malfamato e dove l’immoralità e la criminalità la fanno da padrona. La serie tv realizzata da Netflix e i libri sulla criminalità cittadina, non hanno fatto altro che aumentare la popolarità e far riemergere l’attenzione sul quartiere. Che ha visto nascere anche personaggi di spessore: come il poeta Marziale e Giulio Cesare.
Negli ultimi anni il quartiere è diventato una delle zone più belle e rinomate della città. Attraverso i secoli, dal Medioevo al Rinascimento, la Breccia di Porta Pia ha subito numerosi cambiamenti e ristrutturazioni. Mentre nell’Antica Roma i Papi e gli invasori si tenevano lontani, oggi Suburra è diventata una zona rinomata e alla moda, grazie soprattutto alla sua posizione centrale. Rimane soltanto il nome a ricordare il suo passato come uno dei quartieri più malfamati della città.