L’incontro con le opposizioni sul salario minimo, l’autunno caldo, la fiducia nel governo, la tassa sull’extra profitto delle banche: Giorgia Meloni dice tutto
Una lunga intervista, concessa alla vigilia di Ferragosto e nella quale ha toccato diversi punti: dalla conferma della fiducia ai rappresentanti del suo governo (“Mai pensato ad un rimpasto”), al Salario minimo, dalla tassa sugli extra profitti al messaggio in vista dell‘autunno caldo, fino alle risposte a Bonaccini. Giorgia Meloni è un fiume in piena e nell’intervista rilasciata a Corriere della Sera, Repubblica e Stampa, regala una fotografia del suo primo anno da Premier e uno sguardo verso il futuro.
Il Premier parte con l’incontro a Palazzo Chigi con le opposizioni sul salario minimo e non si dice sorpresa dal muro alzato dai partiti di centrosinistra? “Non mi ha sorpreso la reazione. La mia impressione è che sul tema si voglia fare politica e per carità, lo rispetto, ma questo prevale sull’affrontare seriamente la questione. Loro ti dicono ‘siamo consapevoli che il salario minimo non risolve il problema del lavoro povero, ma vogliamo andare avanti con la raccolta di firme'”, rispondendo alle accuse di Schlein e Conte secondo i quali la Premier vuole buttare la palla in tribuna. “Io non mando la palla in tribuna. Ho presentato una proposta precisa dando al Cnel 60 giorni prima della legge di Bilancio per fare una proposta complessiva di lotta al lavoro povero, che magari per alcune categorie può prevedere anche il tema del salario minimo”. Gli italiani sono favorevoli a fissare per legge una paga minima di 9 euro? “A me viene il dubbio – aggiunge – su chi voglia davvero combattere il lavoro povero. Io il mandato al Cnel lo do lo stesso, poi vediamo cosa esce. Mi ha colpito anche che nella proposta di legge della sinistra è previsto un fondo per gli imprenditori che dovranno aumentare i salari. Giusto. Ma non immaginano una copertura e dicono che questo dipende dal governo. Curioso, no? A casa mia si chiama gioco del cerino”.
Molti temono un autunno caldo, in tema di tasse e aumenti. “Timori su un ‘autunno caldo’? Quando tu hai uno dei principali sindacati italiani che convoca una manifestazione prima che la legge di bilancio sia scritta, sai che non è un tema di merito, ma di opposizione pregiudiziale. Penso che gli italiani vedano che il governo sta facendo il massimo, che non si è risparmiato e qualche risultato arriva. L’Italia cresce più dei principali Paesi europei, si registra il minimo di disoccupazione degli ultimi 14 anni e il record di occupazione femminile”. Il Pil è calato dello 0,3%. “C’è una congiuntura internazionale. Se la Germania va in recessione tecnica è ovvio che qualche contraccolpo c’è, siamo economie interconnesse. Al netto del Pil – spiega – i dati dicono che un po’ di risultato del lavoro del governo si vede. Poi ci sarà sempre una opposizione pregiudiziale che pensa che tu non debba stare al governo, anche se hai vinto le elezioni. Ma ci sta”.
Il premier tocca poi l’argomento legato alla tassa sugli extra profitti, che ha fatto discutere. “E’ una iniziativa che ho voluto io perché ritengo che si debba mandare un messaggio rispetto all’idea di uno Stato giusto, che fa le cose che si devono fare senza tempi punitivi. Ho massimo rispetto del sistema bancario e non ho intenzione di colpire le banche. Ma c’era una situazione di squilibrio. Con il consistente e prolungato aumento dei tassi da parte della Bce si rischia di penalizzare famiglie e imprese”, spiega. Vi siete accorti che colpire le banche rischiava di rivelarsi un boomerang? “Il sistema bancario è stato veloce ad alzare i tassi dei mutui, ma ha lasciato invariati i tassi cha venivano riconosciuti ai risparmiatori e si è creata una distorsione”, prosegue. “Giorgetti è stato pienamente coinvolto essendo il ministro che scrive il provvedimento. In questo caso non ho fatto le riunioni che generalmente faccio, ma c’era un problema di tempi riguardo a una norma che abbiamo deciso di portare all’ultimo Cdm, sennò sarebbe slittata a settembre”, continua. Sulle banche ha prevalso il patto con Salvini? “È una iniziativa che ho assunto io. Punto”, dichiara.
Giorgia Meloni prima conferma la fiducia nel suo esecutivo, dichiarando di non aver mai pensato ad un rimpasto, dopo le polemiche nate dalla vicenda Santanchè: “Sono tutte ricostruzioni fantasiose di giornali di gossip. Non ho mai pensato a un rimpasto di governo”. Poi risponde alle critiche di Bonaccini sui ritardi in Emilia Romagna. “Mi pare che Bonaccini sia molto nervoso e non credo per il tema ricostruzione, ma per le scelte che abbiamo fatto sul commissario. Non ho capito se Bonaccini, quando vuole incontrare me, non riconosce la figura del commissario Figliuolo. Se qualcuno vuol fare politica sulla ricostruzione può farlo, ma deve sapere che lo sta facendo sulla pelle dei cittadini”. Chiusura dedicata alle risposte ai sindaci, in allarme per il taglio di 16 miliardi ai fondi del Pnrr? “Non abbiamo tagliato niente, le opere saranno portate avanti. Temi come i mille euro sulla piccola ringhiera sono incompatibili con i grandi obiettivi strategici e di infrastrutture previsti dal Pnrr. Vogliamo fare quello che serve per modernizzare questa nazione e stiamo spostando alcuni fondi su altre voci del bilancio dello Stato”