Una novità improvvisa stupisce i romani: sul Fiume Tevere è spuntata una diga. Turisti e romani sono rimasti senza parole
Roma regala ogni giorno delle novità: molto spesso non conosciute ai più e capaci di sorprendere i cittadini e i turisti. A volte spuntano delle sorprese inaspettate, in grado di togliere il fiato e di lasciare tutti senza parole. L’ultima arriva dal fiume Tevere, dove dal nulla è spuntata una diga.
Si, avete capito bene: il fiume che attraversa la città, ha regalato ai romani e a turisti un’immagine inaspettata. Ricordate la parte finale del film Gallo Cedrone, dove Carlo Verdone (che in quell’occasione interpretava il ruolo di un improponibile candidato alla poltrona di sindaco) chiedeva ai romani: “Se questo fiume non ci serve e io dico che non ci serve, prosciughiamolo, asfaltiamolo…”. Un modo per evitare il traffico e regalare una nuova immagine alla città.
L’immagine di oggi è lontana da quella studiata da Carlo Verdone, ma altrettanto curiosa e strana da immaginare. Sul fiume più conosciuto della città, è infatti spuntata una sorpresa: una diga. Che ha lasciato gli abitanti senza parole. Nessuno la aspettava: molti hanno iniziato a chiedersi a che cosa potesse servire. La risposta è arrivata dalla Regione Lazio.
A cosa serve questa? Come è stata strutturata e chi l’ha pensata? I cittadini romani sono stati incuriositi da questa piccola struttura in pietra, realizzata sul Tevere e che interrompe parzialmente il flusso del fiume all’altezza dell’isola Tiberina. Cittadini e turisti sul ponte Garibaldi son rimasti senza parole nel vedere la struttura. In realtà, si tratta di una striscia di terra ferma provvisoria, per consentire il passaggio di macchinari durante i lavori, gestiti dalla Regione Lazio, per mettere in sicurezza il Tevere in vista del Giubileo. Questo intervento da 3 milioni di euro, incluso nel Dpcm Giubileo, mira a “ripristinare le infrastrutture idrauliche a protezione dell’isola Tiberina”, per evitare il rischio di allagamento dell’isola, dove si trova l’ospedale Fatebenefratelli.
Si tratta a tutti gli effetti di “uno strato di pietre – spiegano dalla Regione – creato appositamente per permettere il passaggio di escavatori così che possano lavorare in sicurezza per risistemare la scogliera, così da mettere al riparo da possibili allagamenti quella parte dell’isola solitamente invasa dall’acqua con la piena del fiume”. I lavori dovrebbero concludersi a metà ottobre e da quel momento il Tevere potrà riprendere il suo flusso normale anche nel tratto sotto ponte Garibaldi.