Il prezzo dei carburanti sta rendendo veramente difficile la vita degli automobilisti, soprattutto in questi giorni di vacanza.
Chi ha deciso di viaggiare in auto ha dovuto fare i conti con prezzi esorbitanti e a questo va aggiunto rincaro di molti altri prodotti, quindi della vita in generale. L’aumento dei prezzi da un lato è dovuto all’inflazione, dall’altro proprio al caro-benzina, dal momento che molti beni di prima necessità vengono trasportati su gomma, ma non è l’unico motivo.
Le associazioni di consumatori non ci stanno e il Codacons ha annunciato un ricorso in oltre 140 Procure della Repubblica per il caro-benzina. Assoutenti invece, ha segnalato alla Guardia di Finanza distributore sull’autostrada A8 che vendeva la benzina a 2,70 euro al litro per il self. Le Fiamme Gialle hanno aumentato i controlli, ma questo non basterà a diminuire i prezzi.
Per questa ragione tutte le sigle sindacali stanno chiedendo al governo un intervento sulle accise, cioè le tasse sui carburanti che vanno direttamente alle casse dello Stato. Solo nei giorni intorno a Ferragosto si stimano oltre 2 miliardi di entrate. Anche in questo caso il Codacons è intervenuto con un esposto, chiedendo il congelamento di questi introiti.
Ma da cosa dipende il prezzo dei carburanti? Da un lato il taglio delle accise da parte dello Stato italiano abbasserebbe di gran lunga il prezzo dei carburanti, dall’altro quest’ultimo dipende anche da altre dinamiche.
Il ministro Adolfo Urso in un’intervista a Il Messaggero, lo ha spiegato meglio: “I prezzi dei carburanti hanno cominciato a salire da quando l’Opec“, cioè il cartello dei Paesi arabi alleati con la Federazione russa, “ha cominciato a tagliare la produzione per far salire i prezzi del barile. Un aumento che si scarica sul consumatore”. In Italia, aggiunge il ministro delle Imprese e del Made in Italy, “abbiamo il costo industriale di benzina e diesel più basso dl’Europa, molto più di Germania, Francia e Spagna”.
Il prezzo del carburante è suddiviso in diverse voci. Il 58% riguarda la componente fiscale, cioè Iva e accise. Il 42% riguarda il prezzo industriale, che include i costi della materia prima, commerciali, amministrativi e logistici, ma anche i ricavi del gestore e tutte le entrate della filiera distributiva.
I responsabili delle pompe devono pagare anche tasse e canoni che pesano circa il 12% sul totale versato dagli automobilisti per la verde e per circa l’8% per il gasolio. Su queste percentuali, l’operatore può modificare il prezzo.
Il problema che non dipende dai singoli Stati, ma dal mercato internazionale, è il prezzo della materia prima. Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, ha dichiarato che è “fuori dal controllo europeo ed è in mano all’Opec e ai Paesi produttori. Noi possiamo fare poco”. Il 30% del costo complessivo della benzina e il 41% di quello del diesel riguarda il cambio euro/dollaro, insieme con le quotazioni internazionali.
Quindi se i costi internazionali dei prodotti raffinati, cioè il Platts Cif Med sono sbilanciati verso il dollaro, si verifica una forte incisione sul prezzo.
Per quanto riguarda i prezzi dei carburanti in autostrada, va considerato che i distributori sono aperti 24 ore al giorno. Questo comporta maggiori costi di gestione rispetto alle pompe di benzina in strada e anche le royalties che vanno pagate alle Autostrade. Per questa ragione il prezzo dei carburanti in autostrada è più alto.
Se tutti i fattori internazionali sono fuori dal controllo dei singoli Stati, un modo per intervenire sul prezzo, ci sarebbe ed è il taglio alle accise. Lo aveva già fatto il governo Draghi, ma Meloni non sembra aver intenzione di intraprendere la stessa operazione. Il ministro Adolfo Urso infatti, ha rivendicato le misure attuate dal governo, come l’obbligo per i benzinai di esporre il prezzo medio regionale e nazionale, ed ha dichiarato che il governo non interverrà sulle accise: “Non si replicherà quanto fatto dal governo Draghi, quando decise quella misura il prezzo di benzina e gasolio era di circa 2,20 euro al litro, ben superiore a quello attuale che resta sotto i due euro”.