“La denatalità è un effetto della mancanza di interventi sufficientemente efficaci, anche se non siamo all’anno zero”.
Non ci sono stati abbastanza aiuti a favore della genitorialità e dei giovani che decidono di formare una famiglia”. In un’intervista a Notizie.com, Irene Manzi, capogruppo Pd in Commissione cultura alla Camera, affronta il tema del calo delle iscrizioni alla scuola primaria quest’anno.
Il secondo fattore che determina il fenomeno, oltre alla denatalità, è la dispersione scolastica. “È un dato allarmante perché si tratta di una perdita diretta di futuro nel nostro Paese”, aggiunge. “Quello che più preoccupa è che anche le ultime misure adottate dal governo non produrranno effetti positivi rispetto all’abbandono della scuola. Vanno messi in campo progetti didattici mirati e di ampio respiro, adottando misure strutturali e tenendo in considerazione i contesti sociali più difficili, dove il fenomeno è più diffuso. Sono necessari anche sostegni all’istruzione per dare maggiori opportunità ai ragazzi”.
“Vanno evitati interventi dettati solo dall’emotività come nel caso del dl Caivano. Nel Nord e nel Sud Italia ci sono tante periferie che risentono di problemi legati alla dispersione. Non si tratta solo di aumentare le sanzioni o minacciare i genitori di andare in carcere, ma di agire sul piano sociale creando un’alleanza educativa come i Patti di comunità. Lo Stato deve coinvolgere scuole, enti locali, associazioni, parrocchie, terzo settore e luoghi di aggregazione di giovani. Non serve mostrare solo il volto minaccioso e sanzionatorio, si deve intervenire anche nei confronti delle famiglie, per creare consapevolezza e dar loro sostegno”.