La conduttrice in studio a La volta buona non trattiene il pianto: la sua reazione sorprende tutti. Il discorso che fa poco dopo è da brividi.
“Mi sono venute le lacrime agli occhi perché io ho paura”, esordisce così Caterina Balivo a La volta buona, commentando una delle vicende più buie della cronaca recente.
Una reazione che nasce dal timore di ciò che potrebbero vivere i propri figli. Ne ha due, avuti entrambi dal matrimonio con il manager finanziario e scrittore Guido Maria Brera. Il primo si chiama Guido Alberto ed è nato a maggio del 2012, ha undici anni. I genitori sono saliti all’altare ad agosto del 2014. La seconda invece è Cora, venuta al mondo il 16 agosto del 2017. “Oggi non sono riuscita a non sentire la mamma Caterina che è stata più forte della donna conduttrice”, ha ammesso.
La vicenda di Giulia Cecchettin è destinata a lasciare un segno profondo. In televisione, sul web, in piazza e sui giornali non si fa altro che parlare dell’omicidio, una pagina nera che continua a far discutere, e del suo carnefice Filippo Turetta. Sono tanti i genitori che avranno trovato in questi giorni del tempo per riflettere sul proprio ruolo, sulle modalità corrette per crescere i propri figli e scongiurare avvenimenti del genere.
In studio la conduttrice non è riuscita a contenere la propria rabbia e la propria frustrazione: “Le donne uccise sono arrivate a 106”, ha poi proseguito in un post pubblicato su Instagram. “Sono tante le domande che noi genitori ci poniamo”, ha scritto Caterina Balivo ricondividendo il suo intervento a La volta buona, dove è scoppiata in lacrime.
Nella clip spiegava la propria reazione così: “Ho paura di non avere gli strumenti per educare bene mia figlia e mio figlio. Ho paura di creare mia figlia aggressiva tanto quanto mio figlio”. Nel post pubblicato sul social ha ripreso il filo del discorso: “A volte ci mancano gli strumenti, forse a volte il tempo, a volte la superficialità prende il sopravvento… essere genitore è difficile tanto quando essere un figlio oggi. Non si rimane indifferenti e vogliamo che non ci siano altre Giulia”.