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Destro a giro

Per ogni Simone Verdi ci sono sempre, almeno, dieci Coutinho

Senza partite di Serie A durante lo scorso weekend, anche il nostro spazio settimanale #MostriVsAlieni si è preso una pausa e tornerà mercoledì prossimo.

E allora di che vogliamo parlare se non di calciomercato?

Siamo entrati nel vivo di questo intensissimo mese di gennaio, che per il calcio significa mercato di riparazione. Mancano ancora un paio di settimane circa ma già ne abbiamo sentite e lette tante.

Domenica c’è il big-match Inter-Roma e se tutti gli affari riportati sulle più importanti testate sportive dovessero andare in porto, i giallorossi dovrebbero schierare la squadra Primavera. In ordine sparso abbiamo letto di Emerson Palmieri al Chelsea, Dzeko in Cina così come Nainggolan, Strootman al Liverpool, Alisson al Real, Pellegrini alla Juventus, El Shaarawy al Napoli, Bruno Peres al Benfica. Potrei continuare ma mi fermo qua. La verità è un’altra e dice che per ora non è partito nessuno e non è arrivato nessuno. Mercato piatto quello di Monchi in questa sessione, piena fiducia nella rosa a disposizione.

D’altro canto nemmeno le altre squadre di A hanno fatto chissà cosa.

Proprio l’Inter ha giusto puntellato la difesa con l’acquisto di Lisandro Lopez (chi?) dal Benfica (solo 32 presenze in Liga Nos nelle ultime tre stagioni e mezzo passate in Portogallo) e cerca un trequartista che possa far compiere il salto di qualità. Il sogno Pastore è svanito nel giro di 48 ore, giusto il tempo di illudere i tifosi, e alla fine sembrerebbe Rafinha del Barcellona il prescelto dalla società meneghina ed è in corso una trattativa che va avanti da giorni. Nel frattempo si cercano di piazzare zavorre come Joao Mario e Gabigol ma, per rientrare dalle spese fatte per prenderli, il costo del loro cartellino è alto nonostante il rendimento sia stato molto molto basso e per ora nessuno si è fatto avanti. Strano.

La Juventus, invece, mette le basi per il mercato estivo cercando profili giovani dal futuro assicurato. Emre Can è cosa fatta e arriverà a luglio a parametro zero e pare anche che Marotta e Paratici abbiano messo le mani su Praet della Sampdoria. Gli altri nomi che circolano sono Cristante, Barella e, come detto prima, Pellegrini. I due dirigenti bianconeri hanno dimostrato negli anni di saperci fare quindi i tifosi juventini possono stare sereni e attendere la sessione estiva. Tra le altre cose, nei giorni scorsi si è parlato di un possibile futuro di Cristiano Ronaldo lontano da Madrid. A Marotta è stato chiesto: “E’ possibile arrivare a CR7?” e il dirigente ha chiosato: “No, non possiamo permettercelo”… e grazie al piffero, verrebbe da dire. Ma poi, sbaglio o qualcuno lo scorso anno affermò che in quella Juve, il fuoriclasse portoghese, avrebbe  fatto panchina? Figuriamoci ora, con un Douglas Costa e un Bernardeschi in più, farebbe sicuramente tribuna. Sì, certo.

Passiamo alla Lazio. La società biancoceleste sta operando un mercato di basso profilo pensando più a preservare gioielli come Milinkovic-Savic piuttosto che acquistare. L’unico arrivo per ora è Caceres che va a completare il reparto difensivo. Nel frattempo i dirigenti si stanno impegnando a trovare un punto d’incontro con De Vrij e il suo agente per il rinnovo del contratto. Il giocatore, infatti, rischia di partire a giugno a parametro zero e le grandi d’Europa monitorano da vicino la situazione.

Nulla da dire, invece, sul mercato del Milan. Come facilmente ipotizzabile, dopo gli enormi esborsi estivi non ci dovrebbero essere movimenti in entrata ma solo in uscita con la cessione di qualche esubero.

Tra le piccole poca roba. Sulla carta chi si è mossa meglio è la Spal che mette a segno due ottimi colpi quali Kurtic e Dramè mentre il Benevento perde un pezzo da novanta come Ciciretti che si accasa al Parma in B.

Il capitolo Napoli l’ho tenuto per ultimo perché è successo quello che mai ci saremmo aspettati.

Simone Verdi, brillante ala del Bologna, da tempo attira le attenzioni di De Laurentis che vede in lui il perfetto vice Callejon/Insigne e così intavola una trattativa col Bologna per assicurarsi le prestazioni del ragazzo offrendo 25 milioni circa e un ottimo contratto al calciatore. Sia il Bologna che l’agente accettano le condizioni proposte ma quando la trattativa sembra sul punto di chiudersi interviene proprio Verdi che rispedisce l’offerta al mittente e rifiuta di andare a fare la riserva del Napoli affermando: “Voglio continuare il mio percorso di crescita e lo voglio fare con la maglia della società che ha creduto in me e mi ha fatto crescere tanto in questi anni quindi almeno per i prossimi sei mesi rimarrò in rossoblù”. Standing ovation per Simone!

Certo, come sempre accade c’è chi ha criticato questa scelta perché non si può rifiutare una squadra di blasone per il rischio di fare la riserva. Ciò vorrebbe dire non credere nelle proprie potenzialità e di conseguenza non essere pronto per una piazza importante come quella di Napoli dove vai a lottare per vincere scudetto ed Europa League. Forse hanno ragione però mi piace pensare che sia stata più una scelta di cuore. Lo so, sono un inguaribile romantico a volte.

Ora, dopo il grande rifiuto di Verdi, i partenopei cercheranno di portare a casa uno tra Deulofeu, Lucas Moura, Politano ed El Shaarawy con il primo favorito sugli altri tre.

Il mercato europeo a differenza di quello italiano finora è stato più caldo. Van Dijk, ad esempio, è passato dal Southampton al Liverpool per ben 85 milioni di euro facendo gridare allo scandalo, per l’enorme cifra sborsata dai Reds, soprattutto i nostalgici del calcio degli scorsi decenni. Perché, ci si interroga, se Van Dijk è costato quella cifra quanto varrebbero oggi Thuram o Nesta? E Walter Samuel? E giù con frasi del tipo: “Anche un Torricelli oggi varrebbe almeno 60 milioni” o “Cufrè con Raiola verrebbe acquistato ad almeno 70 milioni”.

Ma il colpo più clamoroso di questo gennaio non è il difensore olandese bensì, ovviamente, Coutinho passato al Barcellona per 160 milioni. Sì, avete letto bene, centosessanta milioni e sì, è proprio quel Coutinho ceduto a cuor leggero per soli 10 milioni (più 3 di bonus) dall’Inter al Liverpool cinque anni fa circa. Ausilio e la società nerazzurra si mangiano le mani, i Reds gongolano per l’enorme plusvalenza fatta, il Barcellona si assicura un crack.

Mai, nella storia del calcio mondiale, un affare del genere è andato in porto durante la sessione invernale di mercato. Certo, le basi erano state messe la scorsa estate, ma è comunque qualcosa di incredibile sia per l’esborso economico che per il valore assoluto del giocatore.

E così il Barcellona tra Ousmane Dembelè, nella scorsa sessione, e Philippe Coutinho, in questa, ha speso la bellezza di 300 e rotti milioni di euro per due giocatori dal talento indiscutibile con buona pace di Neymar e dei nostri cari amici nostalgici che: “E se Coutinho vale 160 milioni, quanto verrebbe pagato oggi l’Alvaro Recoba dei tempi del Venezia? E Sunsuke Nakamura? Almeno 150 milioni l’uno!”.

E’ vero, è difficile accettare che il calcio sia cambiato sotto quel punto di vista: il trasferimento di Pogba al Manchester United due estati fa per 110 milioni è stato il punto di non ritorno, facciamocene una ragione e riusciremo a vivere meglio le emozioni e le magie che ci vengono regalate ogni volta che ventidue giocatori, che valgano 2 o 222 milioni, scendono su quel rettangolo verde.

Perché, parliamoci chiaro, di Simone Verdi ce ne sono ben pochi e per ognuno di essi ci sono sempre, almeno, una decina di Coutinho e Van Dijk.

Ad ogni modo, finalmente stanno per concludersi queste due avvilenti settimane senza Serie A.

Domenica finalmente ritorna il campionato e forse da lunedì sentiremo parlare più di calcio che di mercato. Si parte domenica alle 12:30 con la sfida tra le due squadre che giocano il più bel calcio del nostro torneo, Atalanta e Napoli; si continua alle 15 con, tra le altre, un bel Samp-Fiorentina; si arriva alle 18 con Cagliari-Milan fino a giungere, alle 20:45, al big-match tra Inter e Roma.

Una domenica dunque, piena di calcio giocato e, speriamo, spettacolo. E allora… se Coutinho vale 160 milioni quanto varrebbe oggi Ciccio Cozza?

di Giorgio De Giorgi