3 le startup premiate al Rethinking Fashion Sustainability, scopriamo insieme quali

I brand del mondo della moda e del lusso hanno intuito che l’innovazione tecnologica è un’opportunità fondamentale, la quale permette di essere al passo con i tempi e rispondere in pieno ad una sfida più importante di altre ovvero l’Eco-sostenibilità.

L’innovazione digitale non è utile solo ai brand od alle imprese c.d. eco compatibili o eco sostenibili, che il più delle volte vengono additate per essere improntate troppo al contenuto e poco alla forma, che sappiamo bene essere il focus più importante dagli Anni ’00 in poi; ma l’innovazione digitale permette, oggi, di essere green senza troppi sforzi, non rinunciando al gusto, anzi più che mai il trend di oggi è in-seguire le politiche eco sostenibili: no green, no party!

Ripensare la sostenibilità nel fashion è il tema principale di Rethinking Fashion Sustainability, organizzato da Fashion Technology Accelerator a Milano, in vista dell’appuntamento di giovedi 8 marzo rispolveriamo i risultati dello scorso anno. Le industrie della moda e del retail si sono ritrovati lo scorso anno, per riflettere su come le innovazioni tecnologiche possano impattare positivamente i loro percorsi in chiave di sostenibilità.

Rethinking Fashion Sustainability

In particolare il tema dell’evento dell’8 Marzo di questo anno, si incentrerà su come spingere il consumatore verso una logica di contenimento dei consumi ovvero di un consumo di maggiore qualità, dall’utilizzo di tecnologia blockchain per rendere l’intera filiera tacciabile al concetto di economia circolare, ovvero su come passare da un approccio di riduzione dei danni e dell’impatto negativo verso un modello sostenibile fin dalla progettazione dell’intero ciclo di vita di un prodotto o progetto. Interverranno brand che hanno sviluppato best practices sull’argomento, e startup con prodotti ecosostenibili, o che presentano processi innovativi a supporto della sostenibilità.

Per esempio lo scorso anno, un premio è stato vinto dalla startup londinese Zig Zag, azienda focalizzata sull’ottimizzazione della gestione dei resi nel mondo del retail. Anziché inviare direttamente i resi al mittente, la società gestisce una rete di magazzini locali per conservare i prodotti e venderli localmente, combinando questa funzione con un’attenta analisi dei canali e dei luoghi fisici più adatti per la rivendita.

Il secondo premio è andato a My Mantra: borse e accessori moda cruelty free, che tendono la mano al più intransigente dei vegani e sono al cento per cento ecosostenibili. Sono realizzate, infatti, niente di meno che in legno, ma morbide e leggere come se fosse pelle. Un’azienda familiare, dunque, che lavora ormai da 4 anni al perfezionamento del materiale Ligneah e al brand Ood, e che oggi impiega una decina di giovani artigiani. I prodotti sono certificati Fsc (Certificazione di gestione forestale): si utilizzano tutti gli scarti e c’è un accordo grazie al quale per ogni prodotto venduto viene piantato un albero in zone a rischio deforestazione, come il Niger o la Colombia; inoltre, si usano solo legni provenienti da foreste di Europa e America, gestite nel rispetto dell’intero ecosistema.

L’ultimo premio è andato a QUID: una cooperativa sociale, che fa reinserimento lavorativo di persone svantaggiate. Nasce nel 2013 con la volontà di essere un’opportunità di lavoro per persone che escono da contesti di difficoltà, in particolare donne. Quid crea dei prodotti di abbigliamento e accessori recuperando i tessuti di rimanenza, che le aziende altrimenti smaltirebbero, e dandogli nuova vita. Quid ha chiuso il 2017 con 60 dipendenti e più di un milione di fatturato, la crescita è stata molto veloce, una giovane startup che è riuscita a trovare dei canali di vendita dei prodotti molto efficaci, come dimostra il fatturato.

L’anno passato è stato ricco di novità ed interessanti startup, quest’anno chissà cosa ci aspetterà. Vi ricordiamo l’appuntamento di giovedì 8 marzo, non mancate.

Silvia Ciampitti

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