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Pippo “il leone” Magnini

Campionati italiani in vasca corta, gara dei 200 metri stile libero. Fillippo Magnini ha appena concluso la sua gara classificandosi terzo nella gara Regina che lo contraddistinto per anni, peccato solo per non aver strappato il pass per gli Europei di nuoto.

Peccato sì. Soprattutto perché, tra l’incredulità generale, Filippo annuncia il suo ritiro dal nuoto.

Lo stesso nuoto che gli ha dato tanto, ma che soprattutto a cui lui ha dato veramente tanto. 54 medaglie, due titoli iridati, nove europei, bronzo olimpico ad Atene 2004 in una staffetta che lo ha visto protagonista, due ori mondiali e due ori mondiali in vasca corta, 31 campionati italiani e poi ancora ed ancora. Il pesarese ha veramente scritto un pezzo importante della storia del nuoto.

E’ per questo ci sentiamo in dovere di dedicare a lui la nostra rubrica sportiva di questa settimana. Vi chiederete perché?

La risposta è semplice. Come si fa non dedicare un articolo ad un nuotatore del genere. Un’atleta che aggredisce l’acqua con il ruggito di un leone. La sua progressione, la sua potenza e la sua tenacia lo hanno contraddistinto portandolo nell’olimpo dei campioni italiani di nuoto maschile, in mezzo ai grandi, perché lui è ed è stato effettivamente grande.

Grande è stato anche il suo modo di annunciare il suo addio. Così, senza alcun preavviso, in una gara in cui ragazzi di 17-18 anni hanno preso lo scettro del trono del Campionato italiano in vasca corta, e lui ha deciso di dire basta senza troppi proclami annunciati. Eppure siamo certi che in quei ragazzi ha lasciato veramente tanto Il Leone Magnini.

A prescindere perché era il capitano della Nazionale italiana di nuoto maschile ed a prescindere perché è stato fidanzato con una delle più grandi (se non la più grande) nuotatrici italiane, è stato magnini-fico soprattutto perché (statistiche alla mano) è il miglior stileliberista italiano nelle distanze brevi, il primo nuotatore italiano a bissare l’oro nei Mondiali di nuoto (Montreal 2005 e Melbourne 2007), il terzo al mondo a riuscire in quest’impresa.

E allora caro Filippo, caro “Leone”, ti ringraziamo per averci fatto sognare in quelle vasche meravigliose che hai nuotato portando i colori italiani sui gradini più alti del palcoscenico mondiale.

di Luigi Colucci