Inizio della nuova saga nella grande storia di Star Wars

È arrivato, non con poca attesa, il nuovo episodio, l’ottavo, di Star Wars: Gli ultimi Jedi, questo è il titolo, entra così nella saga dettando un punto di non ritorno rispetto a  tutta la saga. In relazione a episodio VII Il risveglio della Forza, che introduceva i nuovi protagonisti “giovani”, questo nuovo film invece inizia la “storia” vera e propria.

Andando per gradi, qui il contrasto vecchio e nuovo si evince con la caratterizzazione dei personaggi e con una trama che prevede new entry e antiche glorie pronte a lasciare il posto. Sulla trama, va detto che chi si aspettava una sorta di remake del famoso Impero colpisce ancora non ha sbagliato del tutto la previsione: c’è il Primo Ordine che, nonostante la distruzione della devastante base spaziale (avvenuta nel settimo), è più forte che mai ed insegue la sempre più debole Resistenza (così chiamati i nuovi ribelli); c’è Rey che ha raggiunto un inaspettatamente trasandato (quasi un clochard) Luke Skywalker, disilluso e menefreghista sul destino dei Jedi e della guerra stessa, ma che allo stesso tempo dà lezioni alla ragazza sulla Forza (un escamotage che dà anche la possibilità di sviscerare qualche particolare sulla sua assenza nell’episodio VII); e ancora Rey che deve prepararsi a un nuovo confronto con il Lato Oscuro della Forza: non tanto uno scontro a colpi di spada laser con Kylo Ren, ma una visione “psichedelica” in un’oscurità che sa rivelare e confondere allo stesso tempo (proprio come Luke, Mark Hamil, faceva nel quinto episodio nel punto più oscuro della giungla del pianeta Degobah).

Si evincono però anche novità che si snodano nella narrazione, elementi che danno quella giusta evoluzione in modo che la pellicola non sia del tutto un film già visto, ma al contrario sia avvincente proprio nel suo essere “un nuovo capitolo”: un legame tra Rey e Kylo Ren, con la prima che vede nel secondo non un rivale ma colui che può guidare la Resistenza; sempre Kylo Ren che continua il suo dissidio interiore e vuole trovare una sua via, diversa anche da quella proposta dall’oscuro leader Snoke; il viaggio fatto dal terzetto composto da Finn, BB-8 e dal nuovo personaggio di Rose per dare alla Resistenza una possibilità di fuga; il conflitto interno del rampante Poe Dameron con la sua superiore Amilyn Holdo (interpretato da Laura Dern).

Un film “doppio” che il nuovo regista Rian Johnson (sotto la produzione esecutiva dell’ex J.J. Abrams) gestisce con meticolosa cura dipanando quelle che sono alla fine le evoluzioni dei nuovi personaggi e la consegna di passaggio dei vecchi: infondo non si tratta che di questo, di una semplice rottura tra vecchio e nuovo già intuibile nel precedente episodio VII (la morte di Han Solo già rendeva in parte l’idea). Ecco quindi Rey e Kylo Ren definire ulteriormente i loro destini rispetto al loro ruolo nella Forza; Finn che deciderà definitivamente di partecipare alla guerra; Poe Dameron che comincerà a mettere da parte l’esuberanza giovanile per assumere il ruolo di “erede” di Leia.

Le tematiche, così come la trama, a loro volta si legano a loro volta a questo grande filo conduttore su un contrasto “nuovo – vecchio”: sulla grande responsabilità dei maestri, del loro compito di formare le generazioni dando l’esempio; il desiderio di trovare uno scopo, una via che dia la giusta sussistenza di significato alla propria esistenza (e questa si delinea nelle scelte dei due antagonisti Rey e Kylo); importante è l’idea della speranza come una fiaccola che passa di mano in mano perché essa fino alla fine non si spegne mai. Gli spettatori assistono così a un passaggio di consegne: una generazione lascia il posto ad un’altra, e si capisce il perché alla fine, come dice lo stesso Luke Skywalker, quello che si evidenzia è la nascita di una vera e propria “nuova guerra”.

Da valorizzare è stato il lavoro di tutto il cast di attori: Daisy Ridley (Rey) insieme a John Boyega (Finn) spiccano per la freschezza che caratterizza gli attori giovani ed emergenti; Adam Driver (Kylo Ren) è superlativo e stavolta anche più convincente come antieroe; Oscar Isaac, già un veterano del grande schermo rispetto ai primi tre, è convincente; da non sottovalutare poi sono i cosiddetti “anziani” del film: Mark Hamil impersona questo nuovo Luke Skywalker, molto lontano dal classico personaggio degli anni 70’, con la stessa naturalezza; Carrie Fischer, così come il film, resterà memorabile in questa sua ultima interpretazione (l’attrice è morta per arresto cardiaco il 27 dicembre 2016).

Star Wars – Gli ultimi Jedi è un film che alla fine sa conquistare poiché tiene da un lato i grandi pilastri delle trilogie precedenti fatte da Lucas, ma dall’altro sa giocare sul suo essere una novità che vuole entrare decisa nella coscienza degli spettatori. Non a caso gli incassi sono già da record.

di Antonello Di Nunno

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