Atac, macchinisti malati già guariti: parte l’inchiesta sui certificati

Dopo le numerose assenze dei macchinisti Atac assegnati alla linea ferroviaria Termini-Centocelle, sono bastate 24 ore per l’improvvisa guarigione.

Dopo la promessa del Campidoglio riguardo l’integrità degli stipendi corrisposti ai dipendenti dell’azienda di trasporti, 2 su 3 degli assenti si sono dichiarati prontamente ristabiliti, tornati in servizio come se nulla fosse.
L’ufficio del Personale di Atac, martedì mattina, con la ferrovia chiusa e i pendolari ovviamente infuriati, ha subito attivato i controlli. Sono partite anche le visite fiscali. Ma tutti gli ammutinati avevano l’attestato in tasca: in 13 avevano il certificato medico, quasi tutti per l’«influenza» di stagione; altri 15 avevano un referto del dottore in cui si parlava della malattia dei figli. Altri 6 hanno sfruttato il congedo della legge 104, che in teoria servirebbe ad assistere parenti invalidi o malati. In tre erano assenti per la «donazione del sangue».
Per loro non ci saranno multe, dato che erano provvisti di regolare certificato, ma potrebbe non finire qui.

Perché su questa vicenda ora ha deciso di accendere un faro l’Authority degli scioperi. Il Garante vuole vederci chiaro e convocherà a stretto giro di posta sia l’Atac sia i sindacati. L’obiettivo è fare luce su quello che, perfino in Campidoglio, ammettono essere stato una sorta di sciopero bianco.

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