Si chiama Valerio il bimbo di 9 anni autistico ed epilettico che vive con il fratello di 13 anni ed il padre Pierpaolo.
La scelta coraggiosa dell’uomo è stata una scelta forzata: vedovo da 5 anni, ha dovuto lasciare il lavoro per occuparsi dei due figli, non sapendo come gestire il piccolo Valerio una volta tornato da scuola. I servizi sociali di Anzio pagano delle sedute di terapia ambulatoriale che però non sono adatte al tipo di autismo riscontrato nel piccolo, quindi Pierpaolo è costretto a pagare di tasca sua altre attività specifiche per la malattia.
In soccorso alla famiglia romana è arrivata l’associazione aquilana “Autismo Abruzzo Onlus”, avviando una raccolta fondi:
“Un gesto di solidarietà che non basterà purtroppo perché – dichiara Dario Verzulli, presidente dell’associazione – Valerio ha anche bisogno di terapia farmacologica; durante le crisi epilettiche 2-3 volte al giorno cade rovinosamente. La Asl di competenza dovrebbe valutare complessivamente le reali esigenze del bambino e prenderlo in carico, il padre non è assolutamente in condizione di seguirlo come meriterebbe, dal punto di vista sia economico sia logistico”.
Il padre non può richiedere il reddito di cittadinanza, in quanto sulla sua abitazione c’è ancora un mutuo da estinguere ed esiste un conto bancario a nome dei ragazzi; la soluzione del lavoro part-time è stata provata più volte ma con scarso successo, visto che le cure per questo tipo di malattia impegnano per quasi tutta la giornata.
“Come associazione ci stiamo impegnando per aiutare questa famiglia – spiega Verzulli – facendo sapere a Pierpaolo quali sono i suoi diritti. Possiamo avvalerci dell’esperienza maturata negli ultimi anni in Abruzzo, che è finora l’unica regione ad aver recepito la Legge sull’autismo 134/2015 con apposito regolamento (DGR 437/2017) e una successiva integrazione (DGR 360/2019) per l’estensione sul territorio regionale dei nuovi setting di intervento. Nelle altre regioni, purtroppo – conclude il presidente di Autismo Abruzzo onlus – i trattamenti erogati a persone con autismo non rispettano le indicazioni fornite dalle Linee Guida Nazionali per l’autismo richiamate nella citata legge nazionale 134/2015”.