Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica: “Vogliamo ampliare i piani di zona trasformabili”

Riportiamo di seguito l’intervista fatta a Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, da parte del giornale RomaToday.

Assessore, possiamo dire che questa delibera è solo il primo di una serie di passi che verranno compiuti per andare incontro alle decine di migliaia di romani coinvolti dal caos affrancazioni?

“Sì. Su questo tema dobbiamo sicuramente fare ulteriori passi in avanti. Da un lato bisogna snellire le procedure con la semplificazione già introdotta recentemente, con la quale abbiamo permesso ai romani di non dover aspettare mesi e mesi o addirittura anni per trasformazioni e affrancazioni, procedure purtroppo rallentate negli ultimi tempi. Ora ho dato impulso agli uffici per velocizzarla e sto chiedendo di poter introdurre ulteriori elementi per dare priorità a quelle pratiche in cui ci siano delle scadenze predefinite, quindi rogiti fissati o altri atti esterni che obbligano a un’affrancazione veloce. Sono in costante contatto con i comitati che da anni si occupano del tema per ragionare con loro su ulteriori procedure.

Uno dei temi caldi è quello della trasformabilità del diritto di superficie in diritto di proprietà.

“Stiamo appunto valutando la possibilità di estendere la trasformabilità dei piani di zona, è un tema all’ordine del giorno. Ora ce ne sono 14 che già godono di questa possibilità. C’è poi il tema legato al completamento delle opere pubbliche. Stiamo lavorando affinché si avviino le progettazioni dei servizi essenziali, oltre che la realizzazione di strade e fogne, nel solco dell’idea di città dei 15 minuti rappresentata dal sindaco Gualtieri. Purtroppo in diversi piani di zona siamo in situazioni ancora primordiali, ci stiamo occupando di questo. La città va ricucita e a tutti i cittadini va data stessa dignità. Da un lato dobbiamo favorire amministrativamente la trasformazione e l’affrancazione, dall’altra eliminare inutili balzelli per convenzioni scadute, inoltre allargare la platea dei piani di zona trasformabili e contestualmente lavorare sulla progettazione e la realizzazione di infrastrutture e servizi dove non ci sono. A questo scopo vorremmo utilizzare gli introiti delle affrancazioni per finanziare le opere”.

La decisione di stabilire in vent’anni il limite temporale è frutto di calcoli precisi?

“Ad oggi accadeva che si trasformava e poi si affrancava, anche laddove fossero passati 20 anni dall’acquisto. La novità che abbiamo introdotto con questa delibera è che l’affrancazione parte da quando si è preso possesso dell’immobile, non dall’atto di trasformazione del diritto di superficie. Laddove le convenzioni prevedano una durata, si rispetta la durata. Laddove non la prevedano, la Corte Costituzionale con la sentenza di settembre scorso ha definito il tempo in 20 anni”.

E’ previsto a breve un potenziamento del personale per gli uffici dipartimentali al fine di velocizzare la lavorazione delle pratiche?

“Le pratiche di affrancazione vengono sostanzialmente gestite da Risorse per Roma, con la quale c’è un contratto in stato di proroga. Quando verrà rinnovato, inseriremo un potenziamento delle risorse umane e anche maggiori risultati. Penso anche che più si passerà dalla procedura ordinaria a quella semplificata e più si lavorerà agevolmente. Nella semplificata c’è un’asseverazione di un professionista esterno che fa i calcoli e completa la pratica, gli uffici si limitano a validare l’atto”.

Prevede che le famiglie che hanno pagato l’affrancazione ma non ancora ricevuto la determina, in possesso dei requisiti previsti dalla nuova delibera, possano rifarsi sul Comune?

“Di questo non possiamo essere preoccupati, perché quando i principi sono giusti non ci si può limitare nell’azione amministrativa perché qualcuno ha subito un’ingiustizia in precedenza. Sono intervenute varie modifiche normative che hanno cambiato i costi per la trasformazione e l’affrancazione, già ci sono molte famiglie che hanno versato più del dovuto e per questo abbiamo una riserva economica per far fronte a eventuali conguagli. Anzi noi abbiamo un problema interpretativo sulla legge 108 intervenuta sui calcoli (fa riferimento a testi normativi abrogati). Il tema del possibile conguaglio è generale e noi manteniamo un capitolo destinato a eventuali risarcimenti che possono essere dovuti”.

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