Maria Rosaria Capobianchi, virologa dello Spallanzani: “Presto per abbassare la guardia”

In questi giorni sono confortanti i numeri riportati dai bollettini medici della Regione Lazio e dell’Istituto Spallanzani, ma non bisogna credere che sia tutto finito .

La direttrice del laboratorio di virologia dell’Istituto di malattie infettive, Maria Rosaria Capobianchi, mette in guardia:
“È presto, perché quello che vediamo oggi è il frutto di quello che è successo un paio di settimane fa. Da poco abbiamo aperto i cancelli, parzialmente. Il risultato si vedrà nelle prossime settimane, ma ci vorrà tempo prima che la tendenza acquisisca costanza.
Sono ottimista per natura, ce l’abbiamo messa tutta, non potrei accettare un completo ribaltamento. Certo, io mi aspetto che qualche ritorno del virus ci sia, è fisiologico per quanto uno possa seguire tutte le raccomandazioni, prima tra tutte quella di lavarsi di continuo le mani, perché noi siamo un popolo che gestualizza tantissimo, siamo abituati a toccarci il naso, gli occhi, e a toccare gli altri. Invece le mani possono diventare un veicolo di trasmissione del virus, il più frequente dopo lo starnuto e la tosse”.

Continua: “un altro momento critico sarà la ripresa delle scuole specie per i bambini piccoli, sarà molto difficile disciplinare i rapporti nelle aule e poi in casa dove specie le persone fragili, come i nonni, saranno a rischio. Sfida difficile mantenere le distanze pur in ambienti con pochi studenti dentro, penso sia impossibile limitare alcune manifestazioni”.
Il sistema sanitario “ora è in grado di accogliere nuovi casi, abbiamo evitato che collassasse, fino a quando non troveremo terapie efficaci e vaccino efficace non dobbiamo abbassare la guardia, il farmaco magico ancora non c’è. C’è un cauto ottimismo nello sperare che il periodo estivo veda allentarsi la pressione del virus. Ma anche se l’infezione dovesse arrivare a zero dobbiamo continuare con le mascherine, una tortura ancora necessaria per un bel pezzo. Il futuro? Si giocherà sulla capacità di identificare meglio i casi, con la lente di ingrandimento che si è posta sui sistemi di sorveglianza. Abbiamo imparato tante cose”.

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