Cimitero Prima Porta, la truffa sui defunti: il racconto di un testimone

Quello che succede nel cimitero di Prima Porta ha del grottesco; eppure non si fa nessuno scrupolo chi incassa soldi e in cambio consegna un’urna piena di terra e sassi.
Questo è quanto accaduto ad un cittadino romano, che ha voluto denunciare la vicenda raccontando la morte della madre e le vicissitudini della sua cremazione.

“L’ho stretta al petto. L’ho messa vicina al cuore. Poi l’ho sistemata nella tomba accanto a mio padre. In realtà l’urna cineraria di mia madre era solo un vaso pieno di terra, la cremazione non era mai avvenuta e la sua bara era stata sotterrata ad insaputa della mia famiglia. Ma questo l’ho scoperto solo dopo”.

La storia:
“Mia madre muore il 15 maggio del 2019. Aveva 92 anni. Mi aveva chiesto di essere sistemata accanto all’uomo della sua vita, il marito, mio padre. Lo spazio nella tomba, al Verano, era insufficiente. L’unico modo era cremarla.
Pago subito i 900 euro. Tuttavia, prima della cremazione, passa molto tempo. Chiedo spiegazioni e loro mi dicono che c’erano lunghe liste d’attesa. Io insisto perché avvenga la cremazione, ma mi telefonano solo il 26 dicembre (2019) dicendomi che l’indomani mattina alle sei l’avrebbero cremata”.

Quella mattina, fuori dal Verano, l’uomo incontra un dipendente dell’agenzia funebre.
“Scende dalla sua smart con l’urna cineraria. Io abbraccio il vaso con le ceneri, lo porto al cuore. Poi ci dirigiamo nella tomba di mio padre. E qui viene tumulata.
Fin qui sembrerebbe tutto normale, ma subito dopo le feste natalizie riceve una lettera: “Apro la busta e mi si chiedeva di versare una tassa. Pensavo fosse collegata alla cremazione. La cosa mi è parsa strana. Perciò chiamo e mi viene detto che dovevo pagare perché la bara di mia madre era stata sotterrata a Prima Porta”. Dai registri del cimitero scopre che la madre era stata sepolta dove gli aveva detto la dipendente Ama, ovvero nel campo comune in cui vengono portate le bare dopo una settimana di stallo.

Viene poi chiamato dalle forze dell’ordine:
“Questa volta sono i carabinieri del nucleo radiomobile che mi convocano in viale dell’Oceano indiano. I militari si mostrano veramente comprensivi. Mi spiegano l’imbroglio che ho subito. L’indomani andiamo al Verano dove viene aperto il loculo di mio padre e prelevata l’urna cineraria. Dentro c’erano solo sassi e terra. Ho pianto: fino all’esplosione dell’emergenza Coronavirus ogni giorno sono andato al cimitero di Prima Porta per mettere i fiori ad un cumulo di terra dove sotto è stata interrata la bara di mia madre. Ho sistemato tutto, ho cercato di rendere la cosa più decorosa. Sono certo che il mio non è un caso isolato”.
Indaga la procura di Roma.

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