CFA “Communauté Financière Africaine”

Il franco della Comunità Finanziaria Africana “Communauté Financière Africaine” CFA introdotto nel 1945 nelle colonie francesi dell’Africa occidentale è tutt’oggi una moneta usata da quattordici paesi dell’Africa occidentale e centrale è gestita dalla Banca centrale francese con un cambio fisso stabilito con l’euro (un euro è pari a 655,957 franchi CFA).

Il CFA, affermano economisti ed esponenti dei governi dei paesi che lo adottano, essendo vincolata all’euro è una valuta stabile che garantisce prezzi costanti che permette scambi più sicuri con la Francia e il resto dell’Unione Europea ma al contempo altri lo criticano perché costituisce un freno allo sviluppo ed uno strumento di controllo della Francia in quanto esportare beni dall’Africa in Europa è troppo costoso, tutto a favore dei produttori europei.

Nessuno se lo aspettava, e si i cinque stelle continuano imperterriti sul fronte di idee che non intendono abbandonare, stap by stap, se qualcuno pensava che ora che sono al governo si sarebbero moderati, non è così, con diplomazia ed un tocco di effetto a sorpresa non esitano ad affrontare temi caldi.
Provocazioni con le quali suscitare solo rumors? fosse anche solo per questo varrebbe la pena chiedersi perché e se per qualche moderatore fossero solo delle provocazioni, a quale fine? e se poi qualcun’altro dicesse che sarebbero parole senza contenuto, almeno è da concedere il beneficio del dubbio!

Il ministro dello sviluppo economico e ministro del lavoro e delle politiche sociali, Vicepresidente del consiglio dei ministri Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista front-man M5S, da un lato, La Presidentessa del Partito Fratelli d’Italia Giorgia La Meloni dall’altro sostengono che la Francia sfrutta l’Africa con le sue 14 colonie e ne e frena la crescita provocando il fenomeno dell’immigrazione.

Il commissario agli Affari economici della Ue, il francese Pierre Moscovici afferma
“Alcune dichiarazioni vengono fatte per uso nazionale, somigliano a provocazioni, perché il contenuto è vuoto o irresponsabile, per cui è preferibile evitare di cedere alla provocazione”

ma le parole hanno um peso è nessuno le vuole sottovalutare anzi forse è meglio provare a capirci qualcosa in più.

La “moneta coloniale”, ossia il franco CFA (Colonie francesi d’Africa) seppur in regime volontario è in vigore in quattordici paesi africani anche dopo l’indipendenza delle colonie;
i sostenitori del CFA per contestare l’accusa di provocare il fenomeno dell’immigrazione si avvalgono delle registrazioni agli sbarchi degli immigrati dove appare che appena duemila migranti in tutto il 2018 sono arrivati dai 14 paesi che adottano questa moneta, mentre oltre 5000 solo dalla Tunisia, oltre 3000 dall’Eritrea come riportano i dati diffusi dal ministero dell’interno.

Il governo francese per le frasi del vicepremier italiano che impoverisce l’Africa ed avanza “sanzioni” dell’Ue da addebitare a Parigi che si finanzia in questo modo il debito pubblico, convoca l’ambasciatrice d’Italia Teresa Castaldo al Ministero degli Esteri per “chiarimenti”.
La convocazione è scattata perché sono considerate “inaccettabili e senza fondamento”. Le stesse fonti ricordano che “non è la prima volta che le autorità italiane fanno commenti inaccettabili e aggressivi”.

“Se vogliamo fermare le partenze” dichiara Di Maio Durante la sua tappa del tour elettorale ad Avezzano domenica scorsa, sostiene una soluzione cominciando ad affrontare le cause non solo le conseguenze e continua “cominciamo a farlo anche all’Onu, non solo in sede di Unione Europea. L’Italia si deve far sentire: nelle prossime settimane ci sarà una iniziativa parlamentare del M5S che impegnerà sia il Governo italiano sia le istituzioni europee, sia tutte le istituzioni diplomatiche sovranazionali, a iniziare a sanzionare quei paesi che non decolonizzano l’Africa, perché quello che sta succedendo nel Mediterraneo è frutto delle azioni di alcuni paesi che poi ci fanno pure la morale”.

Sul tema, mano forte la danno in serata due interviste quasi in simultanea a Giorgia Meloni sulla 7 da Giletti “non è l’arena” e di Di Battista da Fazio a “Che tempo che fa”.

Di Battista posta il suo intervento sul blog “Attualmente la Francia, nei pressi di Lione, stampa la moneta utilizzata in 14 paesi africani, quasi tutti paesi della zona subsahariana. I quali, non soltanto utilizzano una moneta stampata dalla Francia, ma per mantenere il tasso fisso, prima con il Franco francese e oggi con l’Euro, sono costretti a versare circa il 50% dei loro denari in un conto corrente gestito dal Tesoro francese. Conto corrente con il quale viene finanziata una piccola parte del debito pubblico francese, ovvero circa lo 0,5%”.
“Ma soprattutto la Francia”- continua Di Battista – “attraverso il controllo geopolitico di quell’area, dove vivono 200 milioni persone che utilizzano banconote e monete stampate in Francia, gestisce la sovranità di interi paesi impedendo la loro legittima indipendenza, la loro sovranità monetaria, fiscale, valutaria e la possibilità di fare politiche espansive. Fino a quando non si strapperà questa banconota, che in realtà è una manetta nei confronti dei popoli africani, noi potremo continuare a parlare a lungo di porti aperti o porti chiusi, ma le persone continueranno a scappare, a morire in mare, a cercare altre rotte e a provare a venire in Europa. Oggi è necessario, per la prima volta, occuparsi delle cause, perché se ci si occupa esclusivamente degli effetti si è nemici dell’Africa”.

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