Caso Cerciello, l’americano era con Brugiatelli: le prove che riscrivono la serata

Andrea Varriale, il carabiniere che la notte del 26 luglio 2019 era in servizio con Mario Cerciello Rega, aveva dichiarato a verbale: “Non lo abbiamo riconosciuto” subito dopo il drammatico omicidio del collega.

Da quanto emerso, ben prima dell’arrivo a Trastevere e dell’incontro con i militari fuori servizio, che avevano chiesto il loro intervento a Trastevere, sul telefono di Varriale c’era già una foto di Natale Hjorth a fianco di Sergio Brugiatelli, il mediatore che avrebbe condotto i due turisti americani a incontrare uno spacciatore.
La serata finì con trentadue coltellate inferte sul corpo del vicebrigadiere in 11 secondi. Finnegan e Hjorth accusati di omicidio

La serata era cominciata a Trastevere intorno alle 21, quando quattro carabinieri fuori servizio avevano fatto un piccolo blitz: Natale stava contrattando l’acquisto di cocaina non sapendo che gli sarebbe stata vendita solo un’aspirina, Finnegan aspettava l’arrivo dell’amico e si era trovato in mezzo ai carabinieri. Erano fuggiti portando via lo zaino di Brugiatelli, ma intanto i quattro militari fuori servizio intervenuti a Trastevere, prima di chiedere l’intervento di Varriale e Cerciello, avevano mandato agli stessi due colleghi una fotografia della piazza della droga che immortalava Sergio Brugiatelli, l’uomo che avrebbe portato i due militari all’appuntamento con i ragazzi americani e al recupero dello zainetto-Accanto a lui Hjorth.

Adesso, nel processo a porte chiuse, gli avvocati di Hjoirth e Finnegan, accusati di omicidio volontario aggravato, chiederanno come sia possibile che i due militari si siano prestati per recuperare lo zaino di un uomo che poco prima era pedinato dai colleghi.

Varriale ha già risposto alla domanda; per le difese, invece, questa circostanza confermerebbe che la storia dello scorso 26 luglio finita con la morte di Cerciello è diversa da quella raccontata dalla procura.

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