Aereo nel Tevere, Daniele è rimasto legato al sedile

È arrivata la conferma del decesso del 23enne Daniele Papa, rimasto intrappolato nel sedile dell’allievo all’interno del velivolo precipitato nel Tevere qualche giorno fa.

I palombari dei vigili del fuoco hanno raggiunto il biposto sul fondale del fiume, ad una profondità di 10 metri ed hanno subito riconosciuto la sagoma del ragazzo, ancora ancorato al sedile e con la cintura allacciata. Assicurato con un’ulteriore corda, il corpo è stato ripescato insieme al mezzo.

La terribile notizia tanto temuta dai famigliari di Daniele è stata confermata; forte il dolore per il padre, comandante Alitalia, dopo che il magistrato ha dato il via libera al recupero del corpo insieme al biposto.
Il mezzo è stato issato con molta cautela e posto su dei galleggianti, in modo da renderlo disponibile per le indagini. L’aereo era stato individuato a seguito delle ricerche in notturna da parte dei vigli del fuoco, che lo hanno localizzato tramite un sonar.

Durante l’atterraggio, alcuni testimoni hanno riferito di aver visto movimenti non regolari del velivolo, il che non escluderebbe l’errore umano oltre all’ipotesi di un guasto.
Accanto a Daniele c’era Giannandrea Cito, l’istruttore di 30 anni, «uno dei migliori della Scuola Urbe Areo», primo ufficiale della Ryanair. Lui stesso ha raccontato l’accaduto:
“Appena si tocca l’acqua, ci sganciamo e fuori”, questa sarebbe dovuta essere la procedura provata diverse volte, ma qualcosa è andato storto.

“Mi sono anche ributtato in acqua per riprovare a disinserire quel maledetto gancio” ha continuato il pilota, sotto choc e con un trauma toracico e fratture costali.

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