Il doppio ex di Lazio e Inter alla vigilia della sfida di campionato tra i biancocelesti e i nerazzurri: “La Lazio non deve commettere l’errore che facemmo noi tanti anni fa…”
“La Lazio a Milano non deve ripetere l’errore che commettemmo noi qualche anno fa”. Ruben Sosa, doppio ex di Inter e Lazio, prova a giocare in anticipo la gara del Meazza ai microfoni di Notizie.com e parte da un precedente lontano 35 anni. Il 4 giugno del 1989 i biancocelesti di Materazzi ospitarono all’Olimpico i nerazzurri di Trapattoni, che avevano conquistato il titolo. Da una parte una Lazio in zona retrocessione e alla disperata ricerca di punti; dall’altra l’Inter dei record, che aveva dominato il campionato. “Eravamo sullo 0-0 e la gara era tranquilla. A noi quel punto andava benissimo. Poi Dezotti (attaccante argentino della Lazio ndr.) segnò ad inizio ripresa e li svegliò. Ci fecero tre gol in pochi minuti. Ecco, i biancocelesti non devono commettere lo stesso errore che commettemmo noi quella volta. Mai svegliare un Inter che magari vivrà momenti di calma”.
Da quella gara sono passati 35 anni. L’Inter è tornata a trionfare in campionato: “Tutto merito di Simone Inzaghi. Anche lui, come me, passò dalla Lazio all’Inter. Io ho vinto una Coppa Uefa a Milano, lui uno scudetto. Si vedeva già quando guidava i biancocelesti che era uno con la stoffa giusta. Ti racconto un aneddoto: o parlato con lui quando allenava la Lazio. Io ero a Roma e sono andato a Formello. Gli feci i complimenti e gli dissi che la sua Lazio giocava molto bene. Lui mi ha risposto: ‘A me non basta. Io voglio giocare bene e vincere’. Li ho capito che sarebbe stato destinato ad una grande carriera. Poi è andato all’Inter, ha raggiunto una finale di Champions League e vinto uno scudetto. Cosa chiedergli di più?”. Inzaghi ha cambiato l’Inter: “A me piace il modo in cui gestisce il gruppo. Non lavora solo sui titolari: si vede che riesce a tenere tutti sulla corda e a far sentire tutti e 25 i componenti della rosa importanti. Mi da l’impressione di essere un tecnico completo, uno di quelli su cui puoi contare. Uno di quelli con cui i calciatori si trovano bene”. Mourinho e Conte lasciarono l’Inter dopo aver vinto… “Inzaghi rimarrà e sono convinto che potrà aprire un ciclo lungo e vincente”.
La Lazio sale a Milano per cercare di guadagnare punti preziosi nella corsa europea. “La Lazio è cresciuta molto e sono molto contento. E’ una squadra alla quale sono molto legato. Ha puntato tempo fa su un ragazzino sconosciuto uruguaiano e l’ha fatto diventare famoso e ricco. Cosa è successo quest’anno? Difficile dirlo. A volte alcune stagioni nascono male e finiscono peggio. Ma sono contento che con il nuovo allenatore le cose stiano andando bene adesso. Tudor è stato bravo: ha capito i calciatori che aveva a disposizione e la storia del club. Ha dimostrato di aver capito dove era arrivato. Ha capito la storia che rappresenta e i risultati lo dimostrano”.
Con la maglia della Lazio Ruben Sosa ha giocato quattro stagioni, collezionando 47 gol in 147 gettoni. “Ho segnato tanto, ma mai come Immobile. Un giocatore fortissimo, che indossa con orgoglio la fascia di capitano e rappresenta alla grande la Lazio. Quando sento le critiche a Immobile mi viene da ridere. E’ il capitano della squadra, sono anni che segna sempre con continuità, è l’attaccante che ha segnato di più nella storia del club biancoceleste. Ci vuole rispetto verso di lui. A me è sempre piaciuto: ha 34 anni, ma non è un giocatore finito, come pensano in molti. Ha ancora tanto da dare alla Lazio e lo farà ancora”. In campionato Immobile ha segnato solo sette gol: uno in più di Matias Vecino, connazionale di Ruben Sosa e capace di togliere spesso le castagne dal fuoco alla Lazio?
“Vecino è un grande centrocampista. Un giocatore moderno, che sa inserirsi e segnare tanti gol. Uno di quelli che ogni allenatore vorrebbe avere. e poi è uruguaiano…. (ride ndr.) non tradiscono mai. E’ in Italia da tanti anni. E’ un giocatore che ha un cuore grandissimo, con grinta e carattere”.
Immobile prova a giocare in anticipo la sfida tra Inter e Lazio. “Sarà una gara bella. Se la Lazio pensa che l’Inter giocherà con il freno a mano tirato dopo aver vinto lo scudetto, commetterà un grande errore. I nerazzurri giocheranno per vincere e salutare i propri tifosi. L’Inter è una squadra che non molla mai e vorrà vincere. Cosa deve fare la Lazio? Deve essere brava a fare una partita intelligente. A non stuzzicare l’Inter e a non provocarla…”
L’ex attaccante uruguaiano torna sul suo rapporto con i tifosi della Lazio. “I laziali sono unici. Allegri. Vivono il rapporto con la squadra in maniera molto forte. Quando ero a Roma e passeggiavo per il centro ogni tre metri trovavo un laziale che mi fermava. Che mi parlava, che mi chiedeva un autografo o che semplicemente voleva abbracciarmi. A Milano queste cose non accadevano. Ricordo che una volta, dopo un derby perso con il Milan, avevo paura di uscire dallo spogliatoio, perchè pensavo di trovare i tifosi inferociti. Invece mi chiedevano gli autografi. A Roma una cosa del genere era impensabile. Anzi… Per fortuna che nei derby ho sempre fatto bene. Fare un gol nella stracittadina era come segnare dieci reti in altre partite. Io abitavo sulla Cassia, a San Gaudenzio. Stavo in una piazzetta piena di negozi. La settimana del derby il macellaio mi prometteva che, se avessi segnato mi avrebbe regalato tutta la carne che volevo; il barista mi garantiva caffè gratis per una settimana. Il derby era questo e in campo facevamo di tutto per vincerlo. O almeno per non perderlo”.